Anno nuovo Europa nuova?

Gabriella Carlon
03 gennaio 2018

Nel quasi totale silenzio dei media, il 17 novembre scorso si è tenuto a Goteborg (Svezia) il Summit sociale per il lavoro e la crescita equi.
Il recente Summit segue, dopo vent’anni, quello del 1997, anche se allora era stato preso l’impegno di tenere il Summit annualmente. Meglio tardi che mai.
A conclusione del Summit è stato firmato il Pilastro europeo dei diritti sociali che impegna i capi dei Governi dell’Unione europea a garantire i diritti: al lavoro, alla casa, all’istruzione, alla salute e alla previdenza. Si parla anche di condizioni di lavoro, di parità di genere, di salario minimo, di misure contro la disoccupazione: il tema dei diritti sociali garantiti sembrerebbe tornare centrale nella cultura e nella politica europea.
Intanto ricordiamo però che le politiche neoliberiste dell’Unione europea in questi anni hanno prodotto diseguaglianza e povertà diffusa; il 23,4% della popolazione dei 28 stati si trova, nel 2017, in condizione di esclusione sociale e il 7,5% in condizione di povertà grave (le percentuali rappresentano la media; le differenze da stato a stato sono notevoli).
Gli organismi europei che hanno prodotto questi risultati e hanno affamato la Grecia (22% di povertà grave) saranno in grado di realizzare il Pilastro di cui sopra? O sono solo preoccupati delle prossime elezioni europee?
Ma la speranza è sempre l’ultima a morire.

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