Disarmo

Gabriella Carlon
11-9-2018
Il riarmo è in crescita: come produzione e come commercio permette ottimi affari. Varie guerre locali, di cui magari non si parla, si trascinano per anni e anni. Sorge un sospetto: non sarà che il riarmo attuale prelude a una guerra più seria e globale? Sarà questa la strada scelta per il superamento della crisi in cui il capitalismo si sta dibattendo? Per altro anche la crisi del 1929 ebbe il proprio sbocco nella Seconda guerra mondiale. Ma allontaniamo simili foschi pensieri e guardiamo a quella parte di umanità che lavora per il disarmo.
L’Assemblea ONU spesso prende posizioni che inducono alla speranza: nel luglio 2017 è stato approvato il Trattato per l’Abolizione delle Armi nucleari, già ratificato da molti paesi ma non dall’Italia. E’ importante diffondere la conoscenza della questione, affinché si sviluppi una campagna di pressione sul Governo italiano e sul Parlamento per la ratifica del Trattato. Tale atto comporterebbe l’eliminazione di ulteriori spese per armamenti nucleari, nonché lo smantellamento delle basi USA di Aviano e di Ghedi. E’ già in atto la campagna “ItaliaRipensaci” che va sostenuta con tutte le energie possibili. Va ricordato che ICAN (Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari) ha ricevuto il Premio Nobel per la pace nel 2017.
Esiste anche un altro fronte per il disarmo: da cinque anni è in atto, nel silenzio generale, la Campagna “Stop Killer Robots” cioè quelle armi autonome che in prospettiva saranno capaci di agire senza controllo umano.

Immgine di Killer Robot (fonte: Wikipedia)

Ventisei paesi hanno già aderito a una richiesta di divieto per le armi completamente autonome, cioè che sono in grado di identificare gli obiettivi da colpire di decidere quando farlo. Ciò crea problemi di natura etica e giuridica, in relazione alla responsabilità di simili azioni e al diritto umanitario che oggi regolamenta in qualche modo le azioni di guerra. Ma se tutto viene deciso da un’intelligenza artificiale, di chi è la responsabilità? Oggi sono in uso sistemi d’arma parzialmente autonomi in vari paesi, tra cui Stati Uniti, Cina, Israele, Corea del Sud, Russia e Regno Unito. Il fulcro del Trattato di divieto dovrebbe essere la proibizione di sistemi d’arma che prevedano di poter operare senza il controllo umano sui singoli attacchi. Per ora il Parlamento italiano ha respinto, nel dicembre 2017, una mozione che proponeva la messa al bando delle armi autonome. Anche se ha auspicato che si approfondisca l’argomento nell’ambito della prospettiva della Campagna internazionale. In Italia è la Rete italiana per il disarmo che rappresenta la Campagna contro i Killer robots.

Fonti: Dossier di Mosaico di pace, marzo 2018 e maggio 2018

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