La fede e il coraggio

Eraldo Rollando
03-10-2018

Il Continente latino-americano (clicca per ingrandire)

I Gesuiti arrivarono in Paraguay, nell’altopiano dei Guaranì, all’inizio del XVII secolo con l’occhio benevolo della Spagna, che vedeva nella presenza di comunità locali ben organizzate un baluardo contro il rischi di un’eventuale espansione portoghese – presente sulla costa brasiliana – verso l’area strategica del Rio della Plata.
Il loro carisma in Spagna era tale che, nei primi tempi, i religiosi ricevevano contributi dal popolo spagnolo per la loro sussistenza in America latina.
La fede indomita e il grande coraggio degli appartenenti alla Compagnia di Gesù furono il motore che spinse questi uomini verso quelle comunità nomadi di indigeni sperdute sull’altopiano inospitale, tra foreste immense e imponenti corsi d’acqua.
L’immaginazione ci può descrivere questi uomini spinti da spirito missionario ma con cultura di basso livello: così non fu. Furono inviati religiosi di ampia cultura e forte spirito di intraprendenza. Un esempio per tutti fu “ … la Riduzione di San Cosma e Damiano (oggi molto ben restaurata, in Paraguay n.d.r) dove si costruì un Osservatorio astronomico. Il padre Bonaventura Suarez lavorò per trent’anni con gli indios, all’inizio del 1700, fabbricando telescopi, un pendolo astronomico con l’indicazione dei minuti e dei secondi, un quadrante astronomico, ecc. Le osservazioni astronomiche di questo missionario dalle Riduzioni del Paraguay, le prime fatte con metodo scientifico dal Sud del globo, venivano pubblicate dagli Annali dell’Università di Uppsala in Svezia … Stampavano essi stessi (i Guaranì, N.d.R.) i libri, incidendo i caratteri ed i disegni nel legno. Nelle Riduzioni è nata, all’inizio del 1700, la prima tipografia del Sud America!”. (Padre Piero Gheddo (1) in Lo «stato gesuita» dei Guaranì)
I villaggi che si formarono – chiamati dai religiosi Reducciones (2) – furono, poco alla volta, organizzati attorno ad una chiesa e trasformati nel corso del tempo da povere capanne esposte alla furia del tempo, in costruzioni più stabili e confortevoli.
Le Reducciones si diffusero sia nelle pianure che nell’altipiano e le loro dimensioni, nell’arco di 150 anni, variarono da piccoli villaggi a vere e proprie cittadine di alcune migliaia di abitanti. Nell’arco del tempo, con l’arrivo di architetti e maestranze dall’Europa, sorsero le grandi costruzioni, in alcuni casi, ancora oggi presenti a testimonianza del lavoro svolto dai Gesuiti.
Dal punto di vista religioso non si ebbero conversioni forzate, ma un avvicinamento tra le due fedi in un modo che qualcuno ebbe a definire morbido: “ … applicarono il “metodo dell’adattamento” o “accomodazione” del cristianesimo alle tradizioni religioso-ascetiche e culturali indigene” (Padre Piero Gheddo in Lo «stato gesuita» dei Guaranì) . La religione del popolo Guaranì è stata per lungo tempo descritta come un fenomeno pagano di tipo panteista, legato al culto di “ una terra senza mali”: questo forse per il forte legame di questi popoli con la loro terra. Studi più recenti, focalizzati sulle tribù stanziate nei territori più vicini al mare – come quelli descritti nel film Mission – hanno rilevato una estrema vicinanza, al di là delle differenze necessariamente da considerare, con il sistema delle credenze cristiano-giudaiche (Creazione, Diluvio, Paradiso, per citarne alcune). Per saperne di più vai al Blog di Daniela Corbellini  (clicca qui)

Lo scopo delle Reducciones mirava alla promozione materiale, sociale e spirituale degli indigeni; fondamentale era inoltre, per i Gesuiti, la protezione degli indios dal lavoro coatto che, nonostante tutto, veniva praticato da Spagna e Portogallo. Sull’altipiano del Brasile e del confinante Paraguay non erano infrequenti razzie di Indios per trasformarli in schiavi nelle piantagioni di pianura, contro le quali i religiosi furono autorizzati a istituire delle vere e proprie formazioni armate per la difesa contro i bandeirantes (esploratori coloniali) portoghesi provenienti dal territorio del Brasile. Nel sec. XVIII, si arrivò ad avere un esercito guaraní formato da più di 12.000 uomini. Le Missioni ebbero una larga diffusione: dal Paraguy al Brasile, all’Argentina all’Uruguay e in tutto, le più importanti, raggiunsero il numero di 33.
(per approfondire clicca La genialità delle Reducciones tra i guaranì)
Le Reducciones furono organizzate con il criterio della separazione dei ruoli: tutta la parte relativa alla fede era di competenza dei religiosi, la guida e la gestione del potere temporale era affidata, in teoria, ai capi villaggio; di fatto, però, tutto il potere era in mano ai Gesuiti che , per questo motivo, furono oggetto di critiche e gelosie anche violente da parte delle gerarchie sia laiche che religiose del Nuovo e Vecchio Mondo. Le accuse di arricchimento da parte dei religiosi, nel tempo, furono uno dei fattori determinanti per mettere in discussione la loro missione.
Di ciò non v’è da stupirsi, soprattutto per il fatto che le Reducciones godevano di un’autonomia amministrativa molto ampia rispetto al potere dei funzionari regi, che, di conseguenza, non avevano la possibilità di “controllare la cassa”.
Dopo molti decenni di pace sociale e di prosperità dei villaggi Guaranì, la storia, come è bene raccontata nel film Mission (1986), non ebbe un esito positivo.
Spagnoli e portoghesi da sempre erano in lite per la definizione dei confini nei loro possedimenti d’oltremare. Nel 1750 la controversia fu risolta con il Trattato di Madrid che attribuiva i territori a est del fiume Uruguai ai portoghesi, in precedenza in mano agli spagnoli. Fu allora che gli indigeni furono costretti, dopo decenni, ad abbandonare le Missioni, a riprendere la vita della foresta e a subire gli attacchi degli schiavisti.
Anche i Gesuiti subirono la stessa sorte, rei di avere esercitato in tutti i territori colonizzati, a detta delle corti reali d’Europa – Spagna e Portogallo capofila –, un potere che in molti casi si ergeva al di sopra del potere temporale legittimo. Ciò era indubbiamente vero, soprattutto laddove ai colonizzatori , quasi tutti di fede cristiana, veniva in qualche modo impedito dai religiosi di praticare la schiavitù con il sequestro o la distruzione di interi villaggi .
Le pressioni sui Papi, che si erano succeduti alla guida della Chiesa nei secoli XVII e XVIII, per l’allontanamento de Gesuiti furono continue e pressanti.
Spagna e Portogallo giunsero a minacciare in un primo tempo di espellere dall’Europa la Compagnia di Gesù e, in un secondo tempo, in forma velata, di mettere in atto uno scisma dalla Chiesa di Roma.

Immagine di Papa Clemente XIV (foto da Wikipedia)

Il Papa del tempo, Clemente XIV – un frate francescano, primo e unico Papa dell’ Ordine nella storia della Chiesa – di fonte ad un rischio così grande decise la soppressione della Compagnia con il documento Dominus ac Redemptor del 21 luglio 1773. (La Compagnia di Gesù fu poi ricostituita 41 anni dopo, nel 1814)
Una cosa da mettere in evidenza è la preziosa opera dei religiosi nel preservare e diffondere la lingua Tupi-Guaranì, talché ancora oggi viene parlata e scritta: il numero di coloro che la parlano è incerto, si racconta di circa 6-8 milioni di persone. In Paraguay su 6.900.000 abitanti circa l’86% la parla. viene parlata, inoltre, in piccole comunità sparse tra Argentina, Brasile e Bolivia.
All’articolo 140, la Costituzione del Paraguay riconosce il guaranì come lingua ufficiale assieme allo spagnolo castigliano.

(1) Padre Piero Gheddo (1929-2017), missionario del PIME(Pontificio Istituto Missioni Estere) di Milano fu anche giornalista e scrittore.
(2) Reduccione – “Riduzione” deriva dal verbo latino ducere. Significa la conversione o conquista di infedeli. Viene utilizzato come sinonimo di missione in riferimento al popolo indios

 

Notizie  sui Guaranì: clicca al linkGuaranì: la terra rubata

Le missioni dei Gesuiti in America latina (clicca per leggere)
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