La partita doppia per i cambiamenti climatici

Laura Mazza
24-03- 2020

La Partita doppia è una scrittura contabile che tiene conto del valore delle “entrate” e delle “uscite” avendo come scopo la possibilità di rilevare il “reddito” di un dato periodo (1) Una nozione questa che mostra come sul fronte dei cambiamenti climatici allo stato attuale il “reddito” sia purtroppo in deficit.
Ci siamo resi conto tutti di un inverno davvero troppo mite. E conosciamo gli ultimi disastri degli incendi in Australia e anche dello scioglimento ormai fuori controllo dei ghiacci dell’Antartide. Per la verità già da anni si parla dei gravi dissesti in atto. (2)
Però questo tipo di argomentazione rende difficile comprendere fino in fondo cosa significa effettivamente il cambiamento climatico.

E’ risaputo che le emissioni di CO2 sono le principali cause del problema, e sappiamo anche che sono dovute alle attività umane, trasporti, allevamenti intensivi, deforestazioni. Ma se andiamo un pochino più nel dettaglio riusciamo a capire meglio quello che potremmo fare noi con le nostre scelte.

Parliamo di DARE (costi) e AVERE (ricavi):

1) Una migliore circolazione di mezzi pubblici che fosse in grado di mantenere una buona connessione tra centro e periferie di città ma anche di paesi lungo il territorio potrebbe ridurre molto le auto individuali. Sarebbe un importante investimento, ma il ricavo sarebbe una grande diminuzione di gas e polveri sottili.

2) La circolazione di camion per trasporto merci.
Argomento difficile, ma con un capillare sistema ferroviario le merci potrebbero arrivare senza grandi problemi, riducendo molto i costi a carico dell’inquinamento. Quello che non è mai chiaro è se tutti i trasporti si riferiscono a beni essenziali, ma questo è più complicato saperlo.

3) Nei supermercati sono sempre presenti frutti e verdure fuori da ogni limite stagionale. Questo è senza alcun dubbio un costo sproporzionato per la nostra Partita doppia. I consumatori sono di certo soddisfatti, anche perché tagliare un pomodoro è molto più veloce che non preparare le verdure invernali, ma i frutti e le verdure fuori stagione richiedono coltivazioni in serre riscaldate con CO2. (2)
La Coldiretti (la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana) sottolinea che nel secolo scorso si contavano 8.000 varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa. Il motivo è che vengono eliminate coltivazioni che non si prestano al sistema di produzione e conservazione. (3)

4) Purtroppo siamo già a conoscenza che l’agricoltura intensiva industriale, oltre a richiedere un enorme consumo di acqua (il Po prosciugato ogni estate) produce inquinamento da composti azotati, (4) che tra l’altro riducono la resa delle colture.
L’attuale modello di agricoltura intensiva promosso dalla Pac (Politica Agricola Comune, iniziata in Europa nel 1962) porta direttamente alla perdita di biodiversità, all’inquinamento dell’acqua e dell’aria e contribuisce alla crisi climatica. Dal 1980 l’Ue ha perso il 57% degli uccelli legati agli ambienti agricoli (in Italia il 23% che sale al 45% nelle aree di pianura). Anche le farfalle, le api e gli altri insetti impollinatori sono in grave declino, insieme a tutta la biodiversità coltivata. Deforestazioni e consumo di territorio per una politica del massimo rendimento a bassissimo costo in tutto il mondo ha anche ridotto territori abitabili sia per gli umani sia per gli animali selvatici e questa “vicinanza” favorisce lo scambio di virus. Ebola in Congo, Covid-19 in Cina. Chi tra noi ha viaggiato in alcuni Paesi sa benissimo come sono i mercati: bui, con rigagnoli di liquidi, con animali vivi da vendere, e con animali selvatici, pipistrelli compresi, che trovano lì un posto dove stare e anche del cibo. (5) A proposito di Covid-19 con l’attuale blocco degli spostamenti si è creato uno stop agli ingressi di braccianti provenienti dall’estero cosa che mette in difficoltà la raccolta dei prodotti. (6)

5) E’ necessario salvaguardare la biodiversità. Un’agricoltura ecologica può diventare realtà se la PAC smettesse di elargire sussidi all’agricoltura intensiva, nonché pagare il solo possesso della terra da mettere a coltivazione. Estensioni di terreno inizialmente coltivati a vite o colza o girasoli solo per avere il sostegno economico e poi lasciati in rovina e abbandonati. (7) Questo perché non c’è un controllo e non c’è una buona progettazione agricola.
Sostenere gli agricoltori che puntano a un modello di agricoltura che possa gradatamente diminuire le sostanze chimiche come pesticidi e fertilizzanti sarebbe un buon investimento per tutti. E’ una cosa possibile. l’Argentina tempo fa, durante una delle crisi finanziarie di cui è purtroppo protagonista, non avendo più denaro per acquistare pesticidi e fertilizzanti dai colossi di alcune multinazionali, con l’aiuto dell’università ha trovato come coltivare campi circondati da siepi. Dette siepi studiate con cura avevano la proprietà di attirare insetti nocivi per il seminato, e contemporaneamente hanno ricreato degli habitat naturali.
Quindi si può raggiungere più di un obiettivo: ridurre i costi, avere raccolti più sani e ridurre gli sprechi di acqua e di cibo inutilizzato.
La nostra Partita doppia si ferma qui con questo progetto che è in grado di raggiungere finalmente un Ricavo, considerando anche che modificando gli attuali standard si può ragionevolmente pensare che si avrebbero più posti di lavoro. (8)

Note
1  https://it.wikipedia.org/wiki/Partita_doppia
2  DALL’ODISSEA DELLA CRISI AL CAMBIO DI ROTTA Un nuovo modello di sviluppo – Gruppo Corallo – EDB Edizioni. 2014 Pag. 64-71
3  www.coldiretti.it/economia/addio-3-frutti-4-allarme-biodiversità
4  DALL’ODISSEA DELLA CRISI AL CAMBIO DI ROTTA Un nuovo modello di sviluppo – Gruppo Corallo – EDB Edizioni 2014. Pag. 75
5  https://formiche.net/2020/02/coronavirus-sars-cauda/
6  https://it.businessinsider.com/coronavirus-lagricoltura-italiana-rischia-il-collasso-prandini-coldiretti-non-abbiamo-abbastanza-lavoratori-stagionali/
7  https://aiab.it/appello-di-3600-scienziati-europei-allue-la-futura-pac-deve-smettere-di-distruggere-la-natura/
8  A cura di ICEI, QUALE COTONE PER IL TERZO MILENNIO Una risorsa per lo sviluppo, Ed. ALTRAVISTA 2009. pag. 60-61

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