Natale gabbato

Luciano Marraffa
13-2-2016

La notizia non è più attuale, ma significativa. Gli ultimi festeggiamenti pubblici di Natale sono stati vietati pena il carcere per 5 anni o una multa di 20mila dollari. Anche Babbo Natale e tutti gli oggetti a lui riferiti sono stati banditi da tutti i negozi. Si sarebbero tollerati i festeggiamenti privati per i non musulmani ma dopo aver informate le autorità locali. Motivazioni di questo divieto: “danni alla credenza della comunità musulmana”. Dove si prescriveva questo editto di altri tempi? Dal ricchissimo sultanato del Brunei, mini stato del Borneo.
L’evento assurdo impone noi occidentali a riflettere.
Da più di 60 anni esiste l’ONU, cui fanno parte quasi tutti i paesi del mondo. In questa organizzazione internazionale si sono promulgati e sottoscritti i diritti fondamentali di tutte le libertà, tra cui quella religiosa. Com’ è ancora possibile che alcuni stati si sottraggono così palesemente senza incorrere a pene o a minimi processi? Come mai altri stati, tra cui quelli occidentali che si professano avanzati e democratici rimangono sostanzialmente muti? Le loro relazioni internazionali sono o devono essere basate esclusivamente su interessi economici-finanziari? Pressioni per il rispetto dei valori comuni devono essere esclusi? La globalizzazione non può aiutare,invece, in questa direzione?
Un’altra riflessione vorrei fare in relazione alla concezione di laicità che, in particolare noi occidentali abbiamo, mentre assistiamo a fatti di questo genere e alle tante manifestazioni cruenti del fondamentalismo islamico. Laicità è sinonimo anche di indifferenza, ignorare il passato di una cultura cristiana più genuina, significa essere in grado di progettare un futuro alieno dalle culture,dalle civiltà,da qualsiasi influenza religiosa? Nella realtà,invece, esistono culture, religioni, modi di pensare diversi, che però devono cercare di confrontarsi e di collaborare, salvo a scivolare nelle frizioni se non nelle guerre. In questo contesto di relazioni fra diversi laicità significa fare niente per non offendere il vicino con cultura minoritaria, significa tralasciare la tradizione culturale della propria maggioranza e quindi dimenticare o trasfigurare totalmente la propria identità?
Festeggiare Natale nel significato autentico di una volta è un’offesa al musulmano, al buddista o all’ebreo vicino di casa? Al limite anche in un paese laico come l’Italia anche Babbo Natale sarebbe da escludere perché (e i musulmani l’hanno capito prima!) perché è la derivazione nordica – scandinava di Santa Claus, cioè di San Nicola vescovo cristiano di Mira. Allora dobbiamo inventare una festa tutta nuova come: la festa dell’inverno o altra di sana pianta? E perché non immaginare un’altra dea ragione, come si è tentato di fare in una fase della rivoluzione francese?
Natale o Buon Natale, meglio dire Buone feste che può affratellare tutti, ma in Italia di tradizione cristiana cattolica il 25 dicembre è soprattutto un evento spirituale che richiama anche la mangiatoia, per cui il presepe non disdice.

Luciano Marraffa, già collaboratore del Gruppo Corallo

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