Preziosissimi nonni

Adriana F.
14-02-2020
Dove le istituzioni non riescono a intervenire a sostegno dei più svantaggiati, i nonni pensionati aiutano figli e nipoti a far quadrare il bilancio familiare. Il loro sostegno protegge oltre 7milioni di famiglie dal rischio di povertà.

I dati ISTAT confermano quello che molti avevano intuito parlando con amici e conoscenti: sono spesso gli anziani in pensione a sostenere figli e nipoti nei momenti di difficoltà economica.
Nel 2017, per 7 milioni e 400mila famiglie i trasferimenti pensionistici hanno rappresentato oltre i tre quarti del reddito familiare disponibile, mentre per oltre 2 milioni e 600mila di famiglie (21,9% dei casi) le pensioni dei nonni sono state l’unica fonte di reddito.
Di fronte a numeri di tale portata, i ricercatori hanno affermato che «la presenza di un pensionato all’interno di nuclei familiari ‘vulnerabili’ (genitori soli o famiglie in altra tipologia) consente quasi di dimezzare l’esposizione al rischio di povertà».Si può quindi parlare di un contributo importante, che supplisce alle lentezze e alle inefficienze dell’odierno sistema assistenziale: gli assegni pensionistici, in sostanza, sono diventati una forma di ammortizzatore sociale, di assoluto rilievoper molte famiglie che vivono di lavoretti temporanei e/o mal pagati.

A livello generale, le rilevazioni ISTAT segnalano che nel 2018 i pensionati erano circa 16 milioni e che la spesa pensionistica totale (inclusa la componente assistenziale) ha raggiunto i 293 miliardi di euro, attestandosi al 16,6% del PIL (in lieve crescita rispetto all’anno precedente).
Esistono però notevoli disuguaglianze tra le diverse categorie di pensionati. Il 36,3% di essi, infatti riceve ogni mese meno di 1.000 euro lordi, mentre il 12,2% non supera i 500 euro mensili.
Ben diversa è la condizione di chi si colloca nelle fasce più alte: un pensionato su quattro (24,7%) ha un reddito superiore ai 2.000 euromensili e il 20% del totale incide per il 42,4% sulla spesa pensionistica complessiva (fonte ANSA, 15/1/2020).
La presenza delle donne è più frequente nella fascia più povera dei redditi da pensione. Una pensionata su quattro percepisce una pensione di importo basso (24,7%, a fronte del 15,3% degli uomini), e solo il 13,2% si colloca nella fascia più elevata (meno della metà degli uomini, che sono il 27,4%).
Come in passato, i pensionati con redditi da pensione meno elevati risiedono soprattutto nel Mezzogiorno, dove sono più numerose le pensioni assistenziali rispetto a quelle da lavoro.

Naturalmente non tutti gli over 65 sono in buona salute: quelli con limitazioni funzionali sono quasi 3 milioni e gravano sul Servizio sanitario nazionale e sul sistema del welfare. Ma dove questi ultimi non arrivano con tempestività ed efficienza, sono gli stessi anziani o i loro familiari e amici a dover provvedere all’assistenza necessaria, anche rivolgendosi a nuove categorie di lavoratori. Lo dimostra il rapido aumento delle badanti, che in Italia sono più di un milione.

Assai diversa è la situazione degli over 65 in buona o discreta salute, i quali mostrano grande disponibilità a dare una mano quando e dove serve. Lungi dall’essere un “peso” per i familiari, l’80% dei nonni risulta occuparsi dei nipoti fino a quando compiono 13 anni, consentendo ai genitori di non perdere ore di lavoro e di risparmiare sui costi di strutture per l’infanzia o baby sitter, con la certezza di garantire ai bambini una presenza amorevole e sollecita in caso di malattia o di altri imprevisti.
Oltre al lavoro di cura, come già accennato, più di sette milioni di nonni pensionati provvedono a pagare i conti di figli e nipoti quando il reddito familiare non basta alle necessità. In entrambi i casi, il mix di componente affettiva e supporto concreto rende i nonni dei veri e propri “salvagenti” per i nuclei familiari in cui c’è un solo un componente che lavora o quando i redditi complessivi sono insufficienti per arrivare a fine mese.
Come afferma Antonio Galdo in un articolo di nonsprecare.it, “Mentre vari governi continuano a promettere aiuti alle donne che lavorano, a partire da un aumento degli asili nido, i nonni sono in campo”.

Al di là delle statistiche sopra considerate, mi sembra doveroso aggiungere che la generosità dei pensionati più dinamici non si manifesta solo all’interno della famiglia. Notevole, infatti, è anche il loro contributo al contesto sociale di appartenenza, dove spesso li si trova impegnati in attività di volontariato: sorvegliano i luoghi d’arte aperti al pubblico, puliscono i cortili degli edifici scolastici, curano le aree verdi cittadine, aiutano i bambini nell’attraversare la strada all’uscita da scuola, assistono e accompagnano in ospedale gli anziani non autosufficienti, organizzano eventi culturali e spazi di aggregazione nelle zone meno privilegiate delle città, e molto altro ancora. Con la loro presenza nelle aree poco presidiate dalle istituzioni, si qualificano come ammirevoli portatori di solidarietà e offrono un modello di senso civico alle nuove generazioni.
Nella società contemporanea, non va neppure sottovalutato il ruolo dei nonni molto anziani e con la mente un po’ annebbiata, che talvolta sembrano tornati bambini: con i loro racconti dei tempi passati e delle esperienze vissute, essi possono accompagnare i più giovani nell’universo della memoria, oggi più importante che mai.

Economia