Salvataggio di immigrati in mare

Laura Mazza
5-05-2017
Le notizie che campeggiano sui media in questi giorni fanno rabbrividire, sembra che l’orrore sia da rivolgere contro le ONG che salvano i migranti invece di lasciarli al loro destino di morire annegati, o ustionati dagli sversamenti del gasolio in quei gommoni che vengono lanciati in mare. La grande Europa che non vede guerre sul suo territorio da settanta anni non ha interesse a vedere la strage che si sta consumando lungo le sue coste più vicine all’Africa.

Nave di una ONG presta soccorso

Forse l’Europa continentale ignora le sacre regole della marineria che impediscono di lasciare senza soccorso i naviganti che si trovano in difficoltà. Ci ricordiamo tutti di quel pescatore Salvo Lupo di Portopalo Capo Passero che nel giugno 2001 trovò la nave fantasma carica di naufraghi morti, oppure di quei 7 pescatori tunisini che furono condannati a due anni e mezzo di carcere per “ favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Vennero ritenuti scafisti in quanto salvarono 44 persone su un gommone in avaria con a bordo due donne gravide e un bambino disabile e non si fermarono all’intimazione dell’ALT di due motovedette della Guardia Costiera perché il bambino era in piena crisi epilettica e cercarono di raggiungere il più in fretta possibile il porto di Lampedusa, il più vicino. Furono assolti dall’accusa di essere scafisti ma lo stesso subirono il sequestro della loro imbarcazione e 40 giorni di carcere per non essersi fermati. Tragedie del mare. Ma voi cosa avreste fatto? Persino il peggiore dei politici che usa ed abusa della propaganda contro gli immigrati, spero e voglio immaginare che non volterebbe la sua testa da un’altra parte per non soccorrere chi sta chiedendo aiuto. La legge che aveva dato il via a Mare Nostrum voluta da Enrico Letta per salvare vite umane e condotta congiuntamente dalla Marina Militare e Areonautica dall’ottobre 2013 all’ottobre 2014, è stata soppiantata da Triton Frontex a matrice europea con lo scopo di controllare le frontiere e fermare i migranti. I morti non si contano, il Mediterraneo è un enorme cimitero. Certo, fa sconcerto che gli Stati più ricchi si preoccupino soltanto di assecondare le paure della loro classe media proprio dopo avere creato ad arte quelle stesse paure. Si dirà, ma gli attentati di Francia e Germania e Londra? Purtroppo gli attentatori non arrivano con gli scafi abbandonati in mezzo al mare, e in ogni caso questa è un’altra storia e ne avevamo già scritto in “I morti di Bruxelles”. Di sicuro c’è una mano occulta che muove questa gente ad affrontare pericoli di ogni genere già dalla partenza dal loro Paese, e questa mano occulta ottiene buoni guadagni sia dai morti che hanno già pagato, sia dai sopravvissuti che continueranno a pagare e che poi finiscono parte nel Gran Ghetto tra San Severo, Rignano Garganico e Foggia, e parte nella tendopoli di Rosarno Calabro, o in tanti altri posti meno famosi per persecuzioni, incendi e pestaggi da parte dei residenti che vogliono mettere ordine in una situazione di sicuro confusa. Ma anche la Lombardia e il Piemonte, per la raccolta dell’uva da vino, conoscono le storie del caporalato. La domanda, forse troppo ingenua è: chi non vede cosa succede in Italia e nella bella Europa? Chi non vede che i migranti finiscono a ingrossare le fila del lavoro nero, sottopagato e senza garanzie? Perché non li vogliamo? Sono schiavi e li cacciamo quando vogliamo, facciamo le barriere con il filo spinato e difficilmente qualcuno li ascolta. E allora perché? Bisognerebbe ricordare che l’Europa quando aveva le colonie ha arricchito i suoi commerci e adesso continua esattamente come prima comprando vasti territori che potrebbero dare sostentamento alla gente locale, prelevando terre rare che servono per gli oggetti elettronici più raffinati, assicurandosi i minerali di cui più nessuno può farne a meno. Non si può credere che tutto ciò sia colpa delle ONG. Questo polverone cosa vuole nascondere? Forse è soltanto una raccolta di voti in vista delle elezioni, ma che prezzo salato, salato come il mare.

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