Vento nuovo per l’Africa e L’ OUA?

Giulia Uberti
15.07.2017
E’ di questi giorni, 3-4 luglio 2017, che l’OUA (Organizzazione dell’Unione Africana) tiene il suo 29esimo incontro ad Addis Abeba, con all’ordine del giorno l’ importante tema dell’Autonomia finanziaria dell’Organizzazione panafricana fino ad oggi largamente finanziato dai paesi occidentali. L’Incontro è stato preparato da Idriss Déby (Tchad) precedente presidente dell’organizzazione, prima di Alpha Condé (Guineano) che è l’attuale presidente. L’incarico per la preparazione dell’incontro è stata affidata a Paul Kagame (Rwandese) che si è circondato di nove esperti africani, tutti attesi a Conakry.
Alpha Condé nella sua funzione di Presidente dell’ UA sembra desiderare in particolare di : “…tagliare il cordone ombelicale con la Francia”. Questa idea l’ha espressa a Abidjan a fine marzo, al momento di una conferenza sull’emergenza africana; l’ha ridetta l’11 aprile all’Eliseo, all’occasione di un pranzo di capi di stato offerto da F. Hollande e l’ha ripetuta una settimana dopo a Meknes, in Marocco, ai margini del Salone internazionale dell’agricoltura al quale era stato invitato. Cionondimeno, A. Condé precisava che: “ …tagliare il cordone ombelicale non è divorziare”. All’ultimo suo passaggio a Parigi si è intrattenuto con Emmanuel Macron ricevuto all’hotel Meurice.
Accettando l’dea dell’autonomia finanziaria dell’Organizzazione dell’Unità Africana, al recente incontro dei 29 Capi di Stato, Robert Mugabe (Zimbawe) ha fatto dono di 300 mucche e un milione di dollari. Il dono ha divertito tutti i presenti e, poiché non sapevano che fare delle 300 mucche, si è deciso di venderle, il ricavato della vendita avrebbe arricchito le casse dell’UA. La questione dell’autonomia dell’UA fu adottata nel gennaio scorso e, oggi, ha un posto prioritario nell’incontro. Il dossier presentato da Paul Kagame prevede la messa in esecuzione di una tassa dello 0,2% sulle importazioni in Africa al fine di permettere il raggiungimento dell’autonomia finanziaria dell’UA. Oggi il 75% del suo budget viene da donatori stranieri. 10 Paesi hanno, per al momento, integrato questa tassa nella loro legislazione nazionale.
Altro importante dossier a tema per l’incontro dei 29 Capi di stato Africani presenti all’ incontro è “l’emancipazione della tutela straniera e la presa in mano del proprio destino”. Nel suo discorso di apertura Alpha Conde, così si rivolge ai presenti : “… i giovani costituiscono oggi il 70% della popolazione africana. Investire sui giovani è, prima di tutto, esprimere la nostra determinazione ad assicurare loro un avvenire accettabile e convincerli che l’Africa resta, e rimane per loro lo zoccolo nutrizionale”. L’incontro consacrato al tema dei giovani è anche quello di acquisire, come OUA, una nuova credibilità. Alpha Condé presidente dell’OUA e Moussa Faki Mahamat (Tchadiano) presidente della Commissione dell’OUA, intendono dare una nuova dinamica all’organizzazione continentale.
Attraverso il suo rappresentante, Moulay Rachid, il re del Marocco, Mohammed VI , all’incontro del 3 luglio chiede “ un’agenda africana sulla migrazione per porre fine alle partenze dei giovani africani verso l’Europa in condizioni precarie. Migliaia di giovani Africani tentano clandestinamente di arrivare alla riva del Mediterraneo, alla ricerca di una vita migliore, con tutti i rischi che noi conosciamo” Nello stesso discorso il re del Marocco si interroga: “ Il destino dei nostri giovani è in fondo alle acque del Mediterraneo? La mobilità deve diventare una emorragia?” Queste le domande, prima di dire: “Al contrario, ci è proprio e ci appartiene di gestire il fenomeno per farne una risorsa”.
“Ho l’intenzione”, continua il portavoce dei Mohammed VI “… di sottomettere all’OUA un contributo il cui focus sia la necessità di sviluppare una visione africana comune sulla migrazione, su i suoi problemi e le sue sfide. Su quest’idea chiama i Paesi del continente a <lavorare congiuntamente all’elaborazione di una agenda africana sul tema> Il Marocco ha integrato l’OUA all’inizio del 2017 e si presenta come esempio nella gestione dei migranti, da quando ha adottato nel 2013 una nuova politica migratoria e condotto due campagne di regolarizzazione dei clandestini la cui maggioranza è del sud Sahara”.
L’incontro dei 29 capi di stato ha inoltre affrontato la questione dei G5 Sahel (Mauritanie, Mali, Burkina Faso, Niger et Tchad) ; in questi Paesi è in atto una vera minaccia regionale per la proliferazione del traffico di esseri umani, di droga e per la presenza dei movimenti jihadisti che seminano il caos in questa parte dell’Africa. I 5 Paesi hanno preso l’iniziativa, salutata positivamente dell’Organizzazione dell’Unità Africana di rendere disponibili 5.000 uomini, per la pace della regione. Il Consiglio di pace e sicurezza dell’OUA ha adottato il concetto di tale operazione e l’ha inviato alle Nazioni Unite perchè ne faccia oggetto di una sua risoluzione. E’ un passo nella lotta conro il terrorismo. L’Africa ha deciso di prendere in carico il 25% delle operazioni in territorio africano e per il resto 75% è richiesto il finanziamento dell’ONU.
Sembra soffi un nuovo vento nel Continente africano, sembra che volti nuovi si affaccino, si esprimano, si spendano in parole per la costruzione di un futuro diverso, un mondo nuovo e possibile, puntando e investendo sui giovani e sulle nuove generazioni. Progetto che intendono mettere in opera con le loro forze, i loro strumenti, in piena autonomia.

Fonte: Jeune Afrique, attualità africana del 4 e 5 luglio 2017

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