Gabriella Carlon
22-09-2023
L’oscuramento, da parte dei media, di chiunque chieda il “cessate il fuoco in Ucraina” continua.
E’ stata pressoché ignorata la “staffetta dell’umanità” che, partita da Aosta, Bolzano e Trieste si è sviluppata lungo tutta la penisola fino a Lampedusa, allo scopo di sollecitare qualche iniziativa di pace.
Quasi nessuna notizia anche sul convegno mondiale tenutosi a Vienna il 10-11 giugno 2023: 400 delegati da tutti i continenti sono convenuti per trovare punti comuni su cui far convergere l’opinione pubblica mondiale.
Alcune conclusioni di questo incontro mi sembrano particolarmente interessanti:
1) il 75% della popolazione mondiale non ha aderito alle sanzioni contro la Russia;
2) nella settimana 30 settembre – 8 ottobre prossimi ci sarà una mobilitazione mondiale per il cessate il fuoco in Ucraina.
3) La rappresentante indiana Anurada Chenoy ha affermato: “Il Sud del mondo propone cooperazione e l’Occidente risponde competizione; il Sud propone multipolarismo e l’Occidente propone unipolarismo”.
Credo che nell’estrema sintesi di questa frase si prospetti la scelta a cui siamo chiamati in questo momento: dominio del mondo unipolare armato da parte degli USA o poteri multipolari possibilmente conviventi pacificamente. L’Occidente opta per la prima alternativa: sacrificare l’Ucraina con l’obiettivo di annientare o almeno indebolire la Federazione russa, con un corollario di russofobia che, quando si allarga alla lingua e alla cultura, rasenta la meschinità e il ridicolo.
Nello scenario attuale, secondo gli analisti, il Pentagono e la Casa Bianca sembrano seguire un piano strategico teso a mantenere ed espandere il proprio dominio (economico e culturale) nel mondo, puntando allo scontro finale con la Cina (1).
L’Unione Europea, totalmente dimentica dei propri interessi, attraverso la NATO, che non è più un’alleanza difensiva, mette in atto fedelmente le strategie USA e contribuisce ad armare l’Ucraina “fino alla fine”. Non è chiaro la fine di chi, ma è una bella frase ad effetto. La fine della Russia? La fine dell’Ucraina? La fine dell’umanità, visto il concreto pericolo di un conflitto nucleare mondiale? In questa prospettiva non ci può essere nessuno spazio per la diplomazia, vincerà la forza delle armi.
A mio giudizio, è curioso che i sostenitori della posizione bellicista giustifichino l’invio di armi all’Ucraina come risposta alla violazione del diritto internazionale da parte della Russia con l’invasione del territorio di uno stato sovrano. Davvero si crede che le armi possano ristabilire il diritto? E da quando la NATO, dopo le aggressioni a Belgrado, all’Iraq, all’Afghanistan e alla Libia, si sarebbe convertita al rispetto del diritto internazionale? E quando manderemo armi al popolo palestinese, visto che lo stato d’Israele si fa beffe da sempre delle delibere dell’ONU? Penso proprio che le ragioni del sostegno armato all’Ucraina non abbiano, al di là della propaganda, nulla a che vedere con il diritto internazionale. Riguardo alla partecipazione al conflitto dell’Italia, ci sarebbe anche da chiedersi quando è stato abrogato il comma dell’articolo 11 della nostra Costituzione che recita:
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…”
Non so fino a che punto chi sostiene l’invio di aiuti militari sia disposto a giustificarne le conseguenze: forse non è in grado di vedere la prospettiva generale in cui questa guerra apparentemente locale si inserisce, anche se le dichiarazioni di Biden sono state molto esplicite.
Del resto la campagna di propaganda mediatica a cui siamo sottoposti a reti unificate è quanto meno sospetta e ci fa capire che il Donbass non è l’oggetto fondamentale del contendere. ( E questo lo sanno bene tutti, inclusi i capi di stato europei che hanno prontamente aderito alle pressanti e univoche richieste di armamenti da parte dell’Ucraina. Eppure nessun paese occidentale ha osato alzare la testa dichiarandosi neutrale o attivando tempestive missioni diplomatiche per fermare sul nascere l’insensata Operazione militare russa.)
Si potrebbero creare le condizioni per una trattativa di pace quando si ammettesse che, sui tempi lunghi della storia, non sempre è così facile distinguere l’aggressore e l’aggredito; che non è tollerabile il nazionalismo ucraino esasperato che ha provocato una guerra interna dal 2014 in avanti (che per i nostri media non è mai avvenuta); come non è tollerabile che l’imperialismo russo neghi la nazionalità all’Ucraina o che il caso Ucraina vada collocato nei rapporti NATO – Federazione russa. Sarebbe infine necessario che i documenti per la strategia USA dei prossimi decenni fossero chiaramente esplicitati, divulgati e quanto meno discussi in ambito politico europeo, anziché acriticamente approvati e accettati.
La speranza, per porre fine al sacrificio del popolo ucraino e per scampare dal pericolo di un conflitto nucleare, è che alcuni paesi del Sud del mondo (India, Cina, Brasile e Paesi africani), stanchi del predominio del mondo Occidentale, riescano a organizzarsi e a far prevalere una visione multipolare e rispettosa degli interessi legittimi di tutti.
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Note
(1) Una dettagliata analisi dei documenti USA (clicca)
i documenti originali (clicca sui link):
“National Security Strategy” (october 2022 – The White House Washington) del Presidente Biden (in sigla NSS),
“National Defense Strategy of The United States of America 2022” (in sigla NDS) del capo del Pentagono Lloyd Austin
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