Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite, “Fino al 40% del territorio mondiale è già degradato, colpendo quasi la metà dell’umanità”. Un degrado i cui effetti siamo costretti a registrare ormai quotidianamente sotto forma di inquinamento ambientale, tempeste tropicali mai viste alle nostre latitudini, punte di caldo estremo, scioglimento dei ghiacciai alpini, colture perse, solo per citarne alcuni.
E’ ormai accertata l’origine di questi fenomeni. Uno di questi sta nel disboscamento delle zone forestali per trasformarle in “più redditizie” aree coltivabili o di allevamento di bestiame.
Secondo il quotidiano Avvenire, “Negli ultimi trent’anni 420 milioni di ettari di foreste – un’area più grande della stessa Unione Europea – sono stati convertiti in terreni per l’uso agricolo … Questa deforestazione globale, da tempo, solleva preoccupazioni per la perdita di biodiversità ma anche di un importante stoccaggio di anidride carbonica.”
Una prassi che l’Unione Europea ha deciso di contrastare attraverso una nuova regolamentazione dei prodotti all’importazione. Il 31 maggio 2023, il Parlamento UE e il Consiglio hanno emanato il Regolamento 2023/1115 .
La legge prevede che le aziende potranno vendere nell’UE , dopo il 31 dicembre 2024, solo i prodotti il cui fornitore abbia rilasciato una dichiarazione di “diligenza dovuta” (due diligence in inglese) che attesti che il prodotto non proviene da terreni deforestati e non ha contribuito al degrado di foreste, comprese le foreste primarie insostituibili.
Tra le merci indicate dalla legge ci sono capi di bestiame, cacao, caffè, olio di palma, soia, legno, gomma, carbone e carta stampata e tutti i prodotti derivati.
In vista di questa data stanno arrivando alla Commissione europea proteste e pressioni dai vari partner commerciali, Stati Uniti in testa, per ritardare questa scadenza.
Secondo i produttori esistono impedimenti obiettivi ad adeguarsi, in così poco tempo, al nuovo Regolamento, così come giudicano impossibile, in parecchi casi, rintracciare, ad esempio, la provenienza del legno lavorato.
Vedremo come il nuovo Consiglio e il nuovo Parlamento UE post elezioni tratterà eventuali condizioni di deroga. In ballo ci sono sicuramente importanti relazioni commerciali e anche politiche.
Ne riferisce Avvenire in un articolo di Ilaria Solaini (Qui)
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