Fonti energetiche fossili o rinnovabili?

Terenzio Lomi
02-11-2025
Il 15  ottobre scorso è  stata la data di inizio, nelle case e negli edifici pubblici, dell’accensione  degli impianti di riscaldamento, una normale operazione che avviene tutti gli anni.  Il combustibile principale usato, per  il riscaldamento, il gas metano e come gli altri precedentemente usati cioè carbone e gasolio sono chiamati combustibili fossili. Questi combustibili sono la causa principale del cambiamento climatico attualmente in atto, poiché durante la loro combustione rilasciano CO2 (anidride carbonica), Nox (Ossidi di azoto) e Sox (Ossidi di zolfo) e tutti e tre questi elementi chimici provocano piogge acide, monossido, smog in forma di micro particelle (particolato) in maniera differente ma costante, perciò sono nocivi per la salute e l’ambiente.
In questi ultimi anni si stanno sviluppando delle tecnologie alternative con fonti energetiche rinnovabili (eolico, fotovoltaico, idroelettrico, biomasse).  È ormai assodato in tutti gli ambiti (scientifici ed economici) che i combustibili fossili  sono causa di gravi danni all’ecosistema per le cause sopra esposte.
Facendo, però, un’analisi più approfondita attraverso i dati dello Statistical  Review of World Energy, pubblicato dall’Energy Instituite (organo accreditato ,a livello mondiale, per il rilevamento del consumo e produzione di energia), al 2024 si può appurare che  ancora l’86,7% del fabbisogno energetico mondiale viene coperto dai combustibili fossili (carbone, petrolio, gas) e solo l’8,3% da fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico, idroelettrico, biomasse), che in questi ultimi anni lo stesso hanno  avuto un forte incremento, e il 5% da energia nucleare.

Osservando  questi rilevamenti si può desumere che siamo ancora molto lontani dalla sostituzione dei combustibili fossili per il nostro fabbisogno energetico. Più curiosa ancora è  che la prevalenza degli investimenti nelle fonti rinnovabili sia fatta da  paesi come Arabia  Saudita, Messico, e Norvegia, tutti grandi produttori e detentori di fonti fossili. Di buon auspicio sono,  però, i dati sull’Europa che risulta essere il continente più evoluto in campo di transizione energetica a causa principalmente della scarsità di fonti energetiche fossili in situ. Paesi come USA e Cina, nonostante il prodigarsi nel promuovere  e incentivare le fonti rinnovabili, rimangono grandi consumatori di gas, petrolio e carbone, come gli USA diventati un paese grande esportatore e produttore degli stessi. Anche i paesi non OCSE  o in via di sviluppo hanno incrementato il consumo e la produzione di combustibili fossili, con il conseguente aumento delle emissioni inquinanti in atmosfera.
In questo quadro è evidente che a livello mondiale ancora per parecchio tempo resteremo dipendenti da gas, petrolio e carbone per il nostro fabbisogno energetico.
Approfondendo però la ricerca si può osservare che a livello mondiale, nonostante l’aumento del 4,2% nel 2024 del consumo di elettricità, la stessa è stata prodotta per  il 40% con fonti rinnovabili, tra cui è inclusa anche la produzione con energia nucleare (9%), che giustamente viene annoverata fra le fonti pulite cioè senza emissioni. Purtroppo, però, la stessa è causa di altri grandi problemi ancora irrisolti, e in particolare riguardo allo smaltimento delle scorie prodotte dagli impianti di produzione di energia elettrica.

I dati sopra esposti non sono sempre aggiornati poiché influenzabili dai cambiamenti geopolitici (guerre), dalla disponibilità e dai prezzi delle fonti  energetiche e dalle dinamiche di mercato. Non meno importante da sottolineare è il fatto che la detenzione e lo sfruttamento di questi combustibili fossili sono in mano a un ristretto numero di soggetti, fattore che determina tensioni sociali con sviluppo di conflitti a livello mondiale.
Alla  luce di queste circostanze, si può affermare che nell’immediato futuro l’influenza dell’industria dei combustibili fossili sarà ancora accentuata e influenzerà pesantemente le scelte politiche ed economiche di Stati e governi, sacrificando l’ambiente e la salute dei cittadini nell’interesse di un ristrettissimo  gruppo di potentati economici e politici, che con questo business si stanno accaparrando enormi capitali da impiegare in futuro in nuove opportunità di investimento restando sempre primari e determinanti protagonisti delle future scelte economiche, e influenzando gli indirizzi politici che potrebbero avere serie conseguenze anche in futuro, quando l’affare dei combustibili fossili sarà definitivamente tramontato.

 

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