1947 – 1954

Chiara Guanin
28 gennaio 2016

Territorio Libero di Trieste, Zona A, Amministrazione militare Anglo-americana

Era un’angoscia sottile, accelerava appena il battito, raffreddava le mani, faceva fremere il basso dell’addome. Penso fosse per quella mano e per quella manica, ruvida già agli occhi, che entrava dal finestrino della macchina. Pretendeva i documenti di mamma e papà, con un cenno poteva permettere o proibire di andare a pranzo dallo zio Ettore, fermarci o farci tornare indietro, a suo piacimento sembrava. Era il posto di blocco al confine con lo Stato italiano..
Nel “ Giardino pubblico Muzio de Tommasini “ invece in divisa giravano i guardiani. La consapevolezza della loro presenza bastava a scoraggiare pericolose giravolte in bici o sui pattini, calci sconsiderati al pallone, lanci di materiali nel laghetto o nella sabbia dei giochi. Quando tuttavia succedeva, il rabbuffo bruciava e faceva arrossire di vergogna il colpevole. Il guardiano non ammetteva soprusi, amministrava giustizia.
Frequentavano il “ giardinpublico “ bambini accompagnati dalle mamme, che intanto chiacchieravano al Caffè all’aperto, ma anche bambini soli fino all’imbrunire e per la merenda si vedrà domani e bambini altrettanto soli, ma con un bel po’ di soldi in tasca. Sulle panchine al sole sedevano pensionati a leggere il giornale, ma anche poveri, che si portavano il mangiare fuori dalla vicina, rumorosa mensa pubblica. Nel tardo pomeriggio arrivavano gruppi allegri di studenti e ancora si vedevano i gruppi di giovani disoccupati, che avevano trascorso la giornata camminando e parlando. Non erano anni facili e quel giardino era quasi un rifugio.
Di anni ne sono passati più di sessanta da allora, ma tutto mi è tornato in mente all’improvviso, quando ho sentito che le Guardie Forestali sono state accorpate ai Carabinieri e militarizzate.

L'angolo dei Granellini