Politica

Discussione politica “Fate come gli alberi: cambiate le foglie e conservate le radici. Quindi, cambiate le vostre idee ma conservate i vostri principi.”     Victor Hugo

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DEMOCRAZIA:
sono molte le declinazioni che riguardano questo concetto alla base della gestione della vita pubblica, ma oggi sembra che la complessità della società attuale sia il punto focale di un sistema politico che non riesce a rappresentare quale sia il vero significato della Democrazia del XXI secolo.

La Democrazia è un sistema politico che si fonda sull’espressione della maggioranza dei cittadini e su leggi formulate, a maggioranza, per garantire una buona gestione della società. Per questo motivo tutti i cittadini devono e possono partecipare alla vita politica.
Nascono tra la fine del XIX secolo e il XX le Costituzioni nel mondo occidentale che altro non sono che il tessuto su cui si articoleranno le disposizioni più importanti per gestire la società nel suo complesso, per normare i principi fondamentali che costituiscono la base delle altre leggi, che si occuperanno delle garanzie costituzionali, delle funzioni dei vari organi preposti al governo di una data popolazione e dei diritti e doveri dei cittadini, uomini e donne appartenenti a un dato territorio. Ma le Costituzioni non trattano soltanto di rapporti politico-sociali, si occupano anche di rapporti economici e così nasce anche l’impegno a “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica, e sociale del Paese” (Art. 3 secondo comma Principi Fondamentali della nostra Costituzione).
Si può dunque sostenere che le moderne Costituzioni sono nate nel periodo storico in cui le vicende storiche del modello capitalista, portatore di caratteri socialmente positivi, per esempio il lavoro retribuito, si sono conformate individuando gli elementi del capitalismo considerati compatibili con gli interessi popolari, rendendo più armonica l’essenza conflittuale del rapporto lavoro-capitale per risolvere solidaristicamente gli interressi contrapposti.
Nel tempo però le basi teorico-pratiche del vivere civile si sono corrotte. E’ iniziato, e mai finito, il periodo del capitalismo di relazione, di fatto escludente per tutti coloro che non hanno accesso a posizioni di rendita date da importanti legami con chi ha la facoltà di muovere, o detenere, molto capitale da destinare a reddito e a operazioni sociali (per esempio creazione di posti di lavoro). Per poi arrivare, come possiamo vedere oggi, a un vero e proprio traffico di influenze politiche.
Oggi sappiamo che spesso un confine netto tra attività lecite e illecite è inesistente o molto labile. Sappiamo che gli interessi individuali di compagini di comitati di affari con attività non sempre chiare imperversano anche nei gangli dello Stato stravolgendo nei fatti i principi democratici. Sappiamo che gli spazi del diritto al lavoro dei cittadini è stato ristretto per garantire vantaggi economici e politici di un numero ristretto di persone che detengono le leve del potere.
Noi parleremo di questo, con temi di approfondimento, con articoli brevi, con pensieri leggeri, con i nostri Granellini.
Gruppo Corallo

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