Chiara Guanin
07-07-2017
A tavola si va per mangiare e anche per chiacchierare e tenersi compagnia fino a quando tutti hanno finito. Gliel’ho predicato tante di quelle volte… ed eccomi qui a tavola con un composto quattrenne, che conversa amabile e vivace, mangiando a piccoli bocconi e senza nessuna fretta. Partecipo affettuosamente divertita, anche se mi sembra di cogliere un lampetto ironico nel suo sguardo. Nel frattempo mi sono servita due volte di tutto, gustando un bel po’ di dorati panini. Ancora un pomeriggio di giochi, frutta, gelato e biscottini e stasera, a dar retta ai miei clinici, dovrò andare a cena di cruditè e acqua minerale.
A poco a poco il mio commensale si sposta sulla sedia fino a stare in equilibrio sull’orlo estremo, sfiorando il pavimento con la punta del piedino . Proferisce sommesso il liberatorio “ posso scendere “, aspetta un po’ a completarlo con il dovuto “ per favore “, finge che dopo il mio “ sì” per potersene andare manchi ancora il suo “ grazie” e finalmente scende agile puntando ai suoi giochi, satollo e luciferino. Rosso di malpelo…
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