Adriana F.
02-11-2025
Scarse certezze sul lavoro e insufficiente sostegno alle famiglie inducono a rimandare la decisione di diventare genitori
Nel nostro Paese continua a diminuire il numero delle nascite. Anche nel 2024, secondo le rilevazioni dell’Istat (clicca), in Italia si è verificato un calo dei nuovi nati, che sono risultati 369.944, pari al 2,6% in meno rispetto al 2023. Il che significa diecimila in meno rispetto all’anno precedente. Ma quest’anno la situazione sembra peggiorata, perché da gennaio a luglio si è già arrivati a 13mila bambini in meno, dunque la percentuale è destinata ad aumentare.
In prima fila per bassa natalità sono risultate le regioni Abruzzo (-10,2%) e Sardegna (-10,1%), mentre le più prolifiche sono state la Valle d’Aosta (+5,5%) e le Province autonome di Bolzano (+1,9%) e Trento (+0,6%). [1]
In tutto il Paese si diventa madri sempre più tardi. Diverse le cause di questo trend negativo. La prima ragione è che in Italia ci sono sempre meno donne in età fertile. A ciò si aggiungono motivi economici e culturali. Economici perché gli stipendi nel nostro paese sono troppo bassi per indurre le giovani coppie a mettere al mondo uno o più figli, considerando l’elevato costo degli appartamenti, spinti a livelli sempre più alti dal lucroso mercato degli affitti brevi o destinati al turismo.
Una tendenza interessante da segnalare è che nel 2024, come accaduto l’anno precedente, i nati da coppie non coniugate registrano una diminuzione, sebbene in misura inferiore rispetto ai nati da coppie coniugate. I figli nati fuori dal matrimonio si attestano a 159.671, diminuendo dello 0,8% sul 2023;i nati all’interno del vincolo coniugale, pari a 210.273 nel 2024, diminuiscono invece del 4% rispetto all’anno precedente. Comunque, anche a fronte di una riduzione assoluta, l’incidenza dei nati da coppie non coniugate continua a crescere: 43,2% nel 2024, +0,8% sul 2023 e +23,5% sul 2008.
La quota più elevata di nati da genitori non coniugati si ha nel centro Italia, con il 49,6%, seguito dal Nord 42,8%, mentre nel Sud si registra il dato più basso (40,3%), ma in crescita dell’1,8%. Questi dati indicano che il matrimonio non rappresenta più una condizione necessaria per avere figli. Infatti, tra le madri fino a 24 anni di età, la quota di nascite da genitori mai coniugati risulta essere il 57,3% del totale, contro il 38,5% di quelle di età compresa tra i 25 e i 34 anni e il 30,2% tra le madri di età superiore ai 34 anni.
Per gli osservatori il trend delle nascite mediamente negativo è preoccupante perché avrà un notevole impatto sull’intera popolazione italiana, in quantosaranno sempre meno i contributi provenienti dai giovani che lavorano e questo fattore renderàsempre più problematico pagare le pensioni agli anziani. Ne consegue che l’uscita dal lavoro continuerà ad allontanarsi. Lo confermano le stime della Ragioneria Generale dello Stato,in base alle quali l’Istat prevede che in futuro l’età per avere diritto alla pensione di vecchiaia non potrà più essere mantenuta a 67 anni, ma dovrà essere portata a 68 anni e 11 mesi nel 2050 e a 70 anni nel 2067.
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Note:
[2] Il Fatto Quotidiano (clicca)
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