Si parla spesso di come dovrebbe essere la scuola dei sogni, la scuola che rispetta la crescita evolutiva dei ragazzi e delle ragazze, che li accompagna nella costruzione di un progetto di vita da realizzare.
Cristina Rollando
04-12-2025
Qualcuno è riuscito a realizzare questo Sogno: si chiama Nicolò Govoni, fondatore di Still I Rise. Nicolò ha 32 anni, originario di Cremona. Vive in Kenya ormai da più di 10 anni ed è riuscito ad aprire 6 scuole in diversi Paesi del mondo: Grecia, Siria, Kenya, Repubblica Democratica del Congo, Yemen, Colombia. L’organizzazione sta lavorando per aprire una scuola in India, in Sud Sudan e una anche in Italia.
In Congo, ad esempio, la scuola ha consentito a molti ragazzi e ragazze di fuggire dal destino di sfruttamento e violenze nelle miniere, a cui sono sottoposti i bambini nel Paese.
Una storia, quella di Nicolò, inizialmente comune a tanti ragazzi. Adolescente ribelle e disimpegnato, bocciate due volte alle superiori. I professori l’avevano etichettato come “il fallito” della classe, il cui destino sarebbe stato andare a inscatolare merendine in fabbrica. Poi, grazie ad un insegnante che è riuscito a vedere in lui il potenziale che lo animava, parte per l’India per fare volontariato. In India Nicolò scopre la sua vocazione. Si laurea in giornalismo e fonda Still I Rise (Link al sito), organizzazione umanitaria indipendente che offre istruzione di eccellenza gratuita a bambini profughi e vulnerabili.
L’organizzazione, che conta circa 400 volontari in Italia e all’estero, non riceve risorse governative, ma vive delle raccolte fondi e delle risorse di benefattori che sostengono i progetti.
Still I Rise nasce a maggio del 2018, per rispondere alla crisi migratoria siriana. La mission in quel momento era quella di poter offrire il meglio ai bambini, denunciando e combattendo la corruzione e l’ingiustizia.
Ad agosto dello stesso anno, sull’isola di Samos, in Grecia, viene inaugurata la prima scuola di Emergenza e Riabilitazione. È la prima realtà educativa gratuita pensata per i minori imprigionati nel centro di prima accoglienza dell’isola, l’hotspot. La situazione dell’hotspot all’epoca era drammatica, e l’organizzazione decide di smascherare gli abusi delle autorità con una denuncia penale per abuso di minori e crimini contro l’umanità. La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo accoglie l’appello di Still I Rise emettendo una misura provvisoria per il trasferimento dei minori non accompagnati coinvolti nella denuncia e riconoscendo così la realtà criminale dell’hotspot. A seguito del successo dell’esperienza greca, vengono aperte le successive scuole in Siria, Kenya, Repubblica Domenicana del Congo, Yemen, Colombia.
Le scuole di Still I Rise sono fondate su un metodo educativo rivoluzionario (soprattutto pensando al nostro sistema educativo!):
- La scuola è casa: lo studente deve sentirsi accolto, al sicuro e per questo le strutture sono progettate con spazi comuni dove i ragazzi e le ragazze si ritrovano per approfondire, nel tempo libero, argomenti trattati in classe, per leggere, per riposarsi. La parola chiave è “bellezza” e questa si rivela nella scelta dei materiali, dell’arredo, di tutto ciò che concorre al benessere degli studenti.
- Lo studente è al centro: gli studenti partecipano alla vita della scuola e alla sua organizzazione, fino alla scelta degli insegnanti. Anche i programmi vengono condivisi.
- L’insegnante è mentore: gli insegnanti sono guide, non solo a scuola ma nella vita; sostengono i ragazzi e li accompagnano sui temi dell’affettività, della salute, della scoperta delle proprie passioni, nella gestione delle emozioni. Sono veri maestri di vita.
- Allenamento al pensiero globale: in un contesto globale e internazionale non ci si focalizza su concetti singoli derivanti da una specifica cultura, ma sui concetti universali, lasciando ai ragazzi e alle ragazze il lavoro di collegare quel concetto con la propria storia e cultura, alimentando così il pensiero critico e la capacità di approfondimento.
Il metodo della scuola si fonda sull’importanza di educare i giovani all’autodeterminazione, partendo da chi è più svantaggiato. Ogni ragazzo e ragazza, indipendentemente da dove vive, ha la possibilità di pensare e costruire un proprio progetto di vita; ha bisogno di guide autentiche che siano mentori, ha bisogno di co-costruire la conoscenza e vivere la scuola come opportunità per emergere.
La crisi dei sistemi educativi riguarda tutto il mondo: 272 milioni di bambini descolarizzati, 400 milioni di bambini scolarizzati ma analfabeti, 1.5 miliardi di bambini che – seppur scolarizzati – non ricevono un’istruzione di eccellenza.
A giugno del 2025 la storia di Nicolò è diventata un film, “School of Life”, proiettato la scorsa estate nei cinema di tutta Italia con sold out in tutte le sale. La partecipazione e l’interesse verso il lavoro dell’organizzazione fa ben sperare e porta un segno di bellezza in questo nostro mondo affaticato. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo il compito di divulgare esperienze simili e credere che una scuola e un’educazione migliore siano possibili.
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Note:
Immagine di apertura dal sito www.stillirise.org
School of life – scopri il film della nostra storia
www.stillirise.org
Clicca sul link, scendendo nella pagina troverai in formato YouTube il trailer sulla storia di Nicolò Govoni (si può allargare a tutto schermo)
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