Pietà l’è morta………

Gabriella Carlon
13-07-2018
Pietà l’è morta ……
Così diceva un canto di fronte alle atrocità della guerra.
Bambini separati dai genitori alla frontiera, centinaia di morti naufragati, persone in balia delle onde per giorni e giorni in attesa di un porto dove sbarcare, respingimenti per chi ha rischiato la vita per raggiungere l’Europa, muri a difesa delle frontiere, sequestro di navi che hanno salvato vite umane in mare: stiamo forse vivendo un incubo? No, purtroppo questa è la realtà che ci tocca di vivere.
Il ricco mondo occidentale è capace solo di pensare a chiudere frontiere interne,a creare frontiere esterne dove imprigionare i migranti in condizioni disumane, a ergere muri reali e mentali.
Strano destino quello dei popoli subsahariani: alcuni secoli fa strappati a viva forza dalla loro terra per popolare il continente americano, oggi costretti manu militari a restare nel loro continente o a rischiare la vita per potersi allontanare.
La tragedia è che le politiche di chiusura, trovano un consenso sempre più ampio, costruito con un’abile propaganda. Ma non ci si accorge che chi si trincera dietro porte blindate rende prigioniero innanzitutto se stesso, schiavo di una mentalità chiusa, impaurita e sterile. Quando poi si sente anche lo scherno (“finita la pacchia” “la crociera” e così via bestemmiando) vuol dire che la pietà è proprio morta. Se muore la pietà, la pietas dei latini, diventiamo tutti meno umani, più tristi e più poveri.
Dopo che l’Europa nel XX secolo, in mezzo a tanti orrori, ha anche elaborato una teoria dei diritti universali che sembravano acquisiti per sempre, nel XXI secolo ha iniziato il loro smantellamento anziché la loro diffusione a livello globale. Che cosa ci sta succedendo?

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