Il parere degli italiani sui primi tre mesi di Trump

Impossibile non parlarne. Anche perché lo si ritrova dappertutto. Ma è anche interessante capire come è visto il tycoon dai nostri connazionali

Adriana F.
04-05-2025
Ebbene sì. Anche Trump è arrivato a Roma per i funerali del Pontefice. Chissà, forse non ha saputo resistere alla tentazione di emergere tra la folla perfino in occasione della cerimonia funebre organizzata per Papa Francesco. Una cerimonia di basso profilo, come voluto dal Papa stesso, in assoluta coerenza con la sua visione del mondo e del ruolo ricoperto per 13 anni. E chissà cosa avrà pensato questo integerrimo Pastore nel vedere, dalla sua nuova dimora, il presidente degli Stati Uniti e la lunga sfilata di VIP (i soliti Very Important People) tutti indaffarati a farsi inquadrare dalle telecamere mentre ricordavano ai giornalisti qualche loro incontro (anche il più fugace) con la massima autorità del Cattolicesimo.
Non serve grande fantasia per immaginare come si saranno svolti molti di tali contatti. Un inchino di rito, il capo chino di fronte al pontefice, un sorriso di circostanza (non troppo smaccato per non dispiacere chi non condivide la visione del papa su etica, rapporti sociali e guerra; non troppo timido per non far trapelare il sostanziale disaccordo tra la dottrina della Chiesa e le decisioni politiche ed economiche italiane ed europee, ormai orientate al riarmo, anche a scapito della spesa sociale.
Tra i molti potenti in disaccordo con la visione del mondo esternata dal Papa, Trump è senz’altro il più emblematico dell’attuale decadenza dei valori democratici. Un fatto molto significativo in quanto sta accadendo proprio nello Stato che ha rappresentato per molti decenni il nostro modello di riferimento e la garanzia di difesa delle istituzioni create in Italia alla fine del secondo conflitto mondiale.

Per chi, come chi scrive, non riesce ancora a farsi una ragione del cambiamento, un piccola consolazione viene dal sondaggio attuato dall’ISPI-IPSOS, l’Istituto di politica internazionale con sede a Milano. Il questionario sottoposto agli intervistati si proponeva di verificare se e quanto fosse cambiata tra gli italiani la percezione degli Stati Uniti dopo l’avvento di Trump e quali potrebbero essere le conseguenze delle sue scelte rispetto all’Italia e all’Unione europea.

Senza entrare troppo nel dettaglio dei risultati, per i quali rimandiamo al sito dell’ISPI, (clicca)  è interessante notare che in riferimento ai primi cento giorni del suo governo, il Presidente degli USA è stato giudicato negativamente: bocciato dal 66% degli intervistati. Molti di più di quelli che si erano espressi negativamente nel dicembre scorso (38%). Un cambiamento non da poco, come notano i ricercatori, aggravato dal fatto che il crollo di fiducia risulta essere condiviso sia dagli intervistati di sinistra, con  l’85% di pareri negativi, sia da quelli di destra, che superano il 60%.

Anche sulle prospettive dei rapporti tra Stati Uniti e Italia, 4 italiani su 10 si mostrano scettici, nonostante l’apparente cordialità dei rapporti di Trump con Giorgia Meloni. Pesano a tale proposito i continui voltafaccia del presidente degli USA su numerose questioni. Si pensi, per esempio, al caso dei dazi che sono stati annunciati e subito dopo sospesi.

Altro riscontro degno di nota riguarda il tema della tenuta della democrazia liberale con la presidenza Trump: il 54%, ossia la maggioranza, afferma di essere abbastanza d’accordo con l’affermazione che gli Stati Uniti sotto la presidenza Trump non siano più una democrazia liberale. Ma in proposito è emersa una discrepanza tra le generazioni. Il 66% degli intervistati ultrasessantenni (i cosiddetti “Boomer”) pensa che gli USA abbiano perso le caratteristiche di democrazia liberale. Molto meno pessimisti risultano essere i giovani con meno di 28 anni (la cosiddetta “Gen Z”), il cui giudizio negativo scende al 43%. Un risultato che  l’ISPI attribuisce a un notevole calo della fiducia nelle istituzioni democratiche da parte dei giovani. Da qui, forse, la minore preoccupazione di questa fascia di età nei confronti degli attacchi del tycoon d’oltre oceano allo storico sistema di pesi e contrappesi tra i poteri dello Stato.

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