Giulia Uberti
04-05-2025
Quale il futuro per il Continente? Un caso esemplare: il Senegal
Può essere interessante volgere l’attenzione al Senegal, paese con una stabilità politica ed una virtuosa partecipazione popolare alla vita democratica. Destinazione di forti investimenti esteri ed economia emergente dell’Africa sub sahariana, il Senegal ha prodotto confortanti parametri di crescita economica negli ultimi anni, investendo nell’industrializzazione e nelle infrastrutture e catalizzando l’interesse di molti investitori internazionali. Grazie ai forti investimenti esteri e all’economia emergente dell’Africa sub sahariana, il Senegal ha mostrato il pacifico avvicendamento del presidente Abdoulaye Wade con Macky Sall, avvenuto con regolari e partecipate elezioni democratiche nel 2012. Sall ha vinto la rielezione nel 2019. Le costituzioni precedenti e attuali del Senegal limitano a due i mandati per i presidenti. Nel 2012 Sall ha sconfitto l’allora presidente Abdoulaye Wade, che era in corsa per un terzo mandato. Le proteste di massa hanno contribuito a portare Sall alla presidenza. Nell’ultimo anno le accuse e l’incertezza sulle intenzioni del presidente a candidarsi per un terzo mandato hanno alimentato disordini e proteste talvolta violente, che hanno minato l’immagine di stabilità di lunga data associata alla nazione dell’Africa occidentale. Alcuni temevano che avrebbe seguito altri leader regionali, come in Costa d’Avorio e Togo, che hanno introdotto modifiche alla costituzione per reimpostare il mandato ed estendere il proprio potere. Il presidente senegalese Macky Sall nel luglio del 2023 ha annunciato che non si sarebbe candidato per un terzo mandato alle elezioni del 2024. La recente crisi economica globale e diversi altri fattori hanno fatto vacillare l’assetto politico del Paese che nel 2024 è andato alle urne. La vittoria di Bassirou Diomaye Faye, eletto presidente al primo turno con il 53,70% dei voti necessari, è stata un terremoto politico, ma anche un chiaro messaggio di democrazia.
La situazione rimane in divenire, ma l’osservazione del Senegal aiuta a percepire la forza istintiva che anima la voglia di cambiamento delle popolazioni africane. Spesso il destino dei giovani africani è percepito come inesorabilmente ostile e lasciare il proprio paese diventa l’unica occasione di affrancamento. Negli ultimi anni, però, c’è una piccola – statisticamente insignificante, ma simbolicamente affascinante – tendenza all’inversione di rotta, con diversi migranti che rientrano in patria nell’ambito di programmi internazionali di reinserimento professionale.
In Senegal molti imprenditori locali partecipano e collaborano al riscatto personale ed esistenziale dei profughi di rientro, con l’ambizioso ideale di rilanciare, attraverso questo programma, l’economia locale, rendendo il proprio paese una reale alternativa in vista di un’affermazione personale. Tutto si incanala dunque in una logica di asserzione di una identità continentale – nel rispetto delle peculiarità regionali –, di una legittima pretesa di considerazione e di una ridefinizione dei rapporti di equilibrio.
L’Africa oggi è tutto questo, la strada sembra tracciata e il cambiamento è davvero alle porte. L’Europa – destinata a una posizione sempre più marginale dal punto di vista demografico – sarà in grado di riconoscerlo, prenderne atto e assecondarlo? L’abbandono delle attitudini neocoloniali e dello sfruttamento unilaterale delle risorse del continente africano deve diventare una priorità dell’agenda dei paesi occidentali. Diversi paesi africani stanno sviluppando una nuova coscienza e i risultati sono un positivo calcio di inizio in vista del cambiamento definitivo.
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Già pubblicato: L’africa cambia passo – Parte Prima (Clicca per leggere)
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Note
L’esempio virtuoso del Senegal (Italiachecambia.org )
la democrazia in Africa dopo il super anno elettorale (Ispionline.it)
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