Ministero della Pace: un futuro di speranza

Gabriella Carlon
23-06-2018
Il 19 dicembre 2017 è stata presentata in Senato una proposta di legge per istituire un nuovo dicastero: il Ministero della Pace.
Alla proposta, nata nell’ambito del “Centro per i diritti umani A. Papisca” dell’Università di Padova, hanno aderito numerosi Movimenti e Associazioni che operano nel campo della nonviolenza, dei diritti umani, del contrasto agli armamenti e alle guerre.
La richiesta si fonda sulla Dichiarazione dell’Assemblea ONU (19 dicembre 2016) che riconosce il diritto alla pace come diritto umano fondamentale, sia della persona sia dei popoli. Inoltre la Dichiarazione universale dei diritti umani (1948) obbliga gli Stati ad agire per un ordine internazionale che bandisca la guerra, perché dove c’è guerra i diritti umani sono del tutto calpestati.
La Costituzione italiana (clicca) all’art. 11 (troppo spesso disatteso) sancisce il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
Il nuovo Ministero avrebbe un compito immediato: promuovere la ratifica del Trattato internazionale per la messa al bando delle armi nucleari, su cui l’Italia ha votato contro, accodandosi ai paesi occidentali che possiedono armi nucleari (la ratifica comporterebbe la messa la bando dei depositi di armi nucleari di Ghedi e di Aviano).
Attività fondamentale del Ministero sarebbe la formazione di Corpi Civili di Pace per la soluzione nonviolenta dei conflitti, oltre che la promozione di una cultura di pace nelle scuole e in tutti gli ambiti della società. Si tratterebbe di invertire la rotta della politica italiana, che negli ultimi anni ha incrementato le spese militari, la produzione di armi e il loro commercio anche con paesi di fatto in guerra.
Che fine farà la proposta di legge? Sarà ripresentata?
Comunque, prima o poi le utopie diventeranno realtà

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