A cura di Gabriella Carlon
A seguito del G20 che si è tenuto in Brasile dal 14 al 16 novembre 2024, si è siglato un accordo tra l’Unione Europea e il Mercosur, creando un’area di libero scambio tra UE e Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay. Si allarga così il mercato di beni industriali e servizi europei in cambio dell’eliminazione dei dazi sui prodotti agricoli del Mercosur.
Il mondo agricolo europeo è contrario a questa scelta politica, perché riduce l’agricoltura europea a un ambito sempre più marginale. L’argomento portato per contestare l’accordo è che gli agricoltori del Mercosur non devono rispettare le regole ambientali europee e quindi i cittadini europei si trovano a consumare prodotti di bassa qualità. Ma tale argomentazione non è molto sostenibile da parte di chi abitualmente non vuole mettere in discussione il modello agricolo industriale.
Altra vistosa contraddizione investe la politica europea riguardante i pesticidi. Infatti in Europa si è cominciato a ridurre, in agricoltura, l’uso dei pesticidi più tossici, che però continuano a essere prodotti ed esportati in Sud-America, dove sono invece ammessi. E con i nuovi accordi commerciali si favorisce l’importazione di prodotti agricoli irrorati di quei pesticidi proibiti sul territorio europeo.
Forse ai nostri agricoltori e ai nostri governanti europei qualche lezione di logica sarebbe utile, o il profitto è l’unico principio a cui ispirarsi?
Ne parla Riccardo Bocci il 1 dicembre 2024 in Altreconomia.it (clicca per approfondire)
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