Nei territori palestinesi invasi, pluribombardati e ridotti in macerie, i soldati israeliani si dilettano collezionando “souvenir” rubati durante le devastazioni. E non si vergognano di pubblicare le loro bravate su Instagram e Facebook.
In base alle testimonianze, tra le truppe di assalto israeliane stanno attuando a Gaza un vero e proprio saccheggio, senza impedimenti da parte dei rispettivi comandi militari israeliani, che non possono non sapere. Un saccheggio in molti casi (ma non sempre) minimale per valore ma, proprio per questo, ancora più sconcertante. Di questi furti parlano diversi giornalisti presenti sul campo, che hanno raccolto le dichiarazioni di chi non ha più trovato nella propria casa oggetti di uso quotidiano, foto, ricordi di famiglia, orologi e perfino le spezie tradizionali della cucina locale. E non solo: i razziatori pubblicano sui social quanto prelevato nelle abitazioni assaltate, senza mostrare la minima vergogna.
Non si tratta di casi isolati, osserva l’Euro-Med Human Rights Monitor. Il bombardamento a tappeto di case, ospedali e luoghi di culto per scovare i rifugi dei terroristi di Hamas sembra aver dato il via libera alle scorrerie dei soldati israeliani e dei coloni (di leva o volontari) che ogni giorno rastrellano metro per metro i luoghi “sospetti”.
Riprendendo un recente rapporto della suddetta organizzazione per i diritti umani, Alice Facchini scriveva il 9 febbraio scorso su Altreconomia (leggi): “le forze israeliane stanno sistematicamente saccheggiando le case dei palestinesi”. Oltre alle detenzioni arbitrarie, alle sparizioni forzate e alle esecuzioni sul campo, c’è quindi “anche la distruzione intenzionale delle proprietà, il furto degli effetti personali, il saccheggio e l’incendio delle case: tutti elementi di una strategia sistematica evidentemente basata sulla punizione collettiva del popolo palestinese”
A confermare tali misfatti sono diversi osservatori sul campo e i corrispondenti delle testate giornalistiche più attente a quanto sta accadendo in quel contesto. Tanto che un personaggio di spicco come Moni Ovadia, scrittore, attore e cantante di religione ebraica, intervistato di recente da Umberto Di Giovannangeli (leggi), ha dichiarato “Un orrore senza limiti. Con i soldati, vi sono foto e video in circolazione, che dopo aver combattuto, si riposano, postano selfie in pose trionfanti, con indumenti intimi femminili mostrati come trofei di guerra. In allegria.”
Viene da chiedersi se siano le nuove forme di comunicazione, i filmati, i post e le chat su Twitter o Instagram, a dare agli aggressori tanta impudenza. O forse si tratta di una mutazione culturale che prolunga la permanenza degli individui in uno stadio mentale infantile, che ha perso la cognizione del limite e delle normali forme di autocensura dettate dalla ragione e che, anzi, si compiace di “osare di più” e si vanta pubblicamente della propria impudenza?
Certo, il saccheggio è un rito post-bellico storicamente attuato in ogni epoca storica per motivare e compensare lo spirito di conquista dei soldati. È anche vero che imperatori, dittatori e condottieri hanno spesso rubato nei paesi conquistati oggetti e opere d’arte di immenso valore. Ma ai nostri giorni e in una realtà caratterizzata da modestissime condizioni economiche questo comportamento assume una connotazione di arroganza inaudita, di sfregio, quasi si trattasse di una regressione etica che toglie dignità all’essere umano. Quasi un ritorno a usanze tribali.
Cos’altro deve ancora accadere prima che l’ONU e gli stati cosiddetti democratici sanzionino la ferocia indiscriminata di questa guerra e si accordino per inviare una forza di pace in grado di interporsi tra le parti, mettendo fine (o almeno un limite) alla sproporzionata modalità di risposta ai crimini di Hamas? Una risposta tragica, che tuttavia non sembra indebolire Hamas e, anzi, per l’efferatezza dei metodi usati dagli israeliani, rischia addirittura di convertire al terrorismo anche gli abitanti di Gaza che in passato lo condannavano.
E’ quanto riferiscono i siti online (clicca per leggere):
– Altreconomia\
– Unità
__________________________________________________________________________________
Disclaimer e note legali (clicca per leggere – puoi rivendicare diritti di proprietà su riferimenti e immagini)
__________________________________________________________________________________