Nutrire il pianeta

Gabriella Carlon
19/4/2015

Mi ricordo invece benissimo quello che molto spesso ci ammanniva Madame: le patate cotte nel latte, un sapore per me insopportabile. All’ennesima presentazione, non riuscii più a controllarmi e sbottai con volgare sincerità: “Mi fanno schifo!”
La padrona di casa non insisté, perché ne prendessi, allontanò da me il vassoio e guardandomi con una certa benevola severità rispose “Il cibo non fa mai schifo”.
“Ricordiamo che l’attuale produzione di beni alimentari sarebbe sufficiente a sfamare la popolazione mondiale secondo il fabbisogno individuale di calorie giornaliere calcolato dalla Fao. La fame appare sempre più come un risultato di scelte umane e non di maledizioni divine o di fatalità. È allora solo un problema di distribuzione? Come garantire la sicurezza alimentare a tutti gli esseri umani presenti sulla terra? ”
(Dall’odissea della crisi al cambio di rotta, EDB Edizioni, 2014)

Come si porrà EXPO rispetto alla sovranità alimentare?
Il diritto al cibo è il primo fondamentale diritto di ogni essere umano, insieme al diritto di respirare: mentre però l’aria è disponibile per tutti, il cibo non lo è. Circa 800 milioni di esseri umani soffrono la fame. EXPO-Nutrire il pianeta non sembra, almeno per ora, andare oltre la predisposizione di una vetrina ghiotta dei cibi del mondo e dell’eccellenza italiana in particolare.
E come affronterà il problema di nutrire il pianeta la Carta di Milano che si sta elaborando?
Non basta combattere lo spreco di cibo o deplorare la destinazione di beni agricoli alla produzione di biocarburanti. Si ha ormai coscienza che solo la sovranità alimentare può risolvere il problema della fame, perché permette di preservare la biodiversità, di rispettare le colture locali, di garantire ai contadini l’uso della terra necessaria all’alimentazione contro la diffusione della monocoltura.
Quali impegni saranno presi a livello internazionale? E quale influenza avranno le multinazionali del cibo e dell’acqua presenti a EXPO?

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