Le proteste in Georgia sono causate da un disegno di legge governativo che obbliga a catalogarsi quali “agenti stranieri” le associazioni che ricevono più del 20% dei loro finanziamenti dall’estero. Ciò comporta maggiori controlli da parte dello Stato sul Bilancio e sulle attività svolte dall’associazione (media, ong, ecc.). Pertanto il provvedimento è giudicato oppressivo da parte dell’opposizione, che organizza continue proteste, represse con mano dura dal Governo. Inoltre molti, anche in Occidente, ritengono che la nuova legge sia una copia di una legge russa (2012) sullo stesso tema, anche se in realtà la legge russa è molto più vessatoria. Diversi paesi occidentali (compresi gli USA) hanno leggi analoghe, però l’Unione Europea fa sapere che tale legge pregiudica l’entrata nell’UE della Georgia. Secondo i sondaggi l’80% dei georgiani vorrebbe entrare nell’UE; l’attuale maggioranza (rappresentata da Sogno Georgiano, partito fondato dall’oligarca Bidzina Ivanishvili, legato alla Russia da motivi di interesse) risponde ai desideri della popolazione più povera, che si sente più tutelata dalla vicinanza economica alla Russia. Nell’ottobre 2024 si terranno nuove elezioni.
Stante l’allargamento della NATO per accerchiare la Federazione russa, speriamo che non tocchi alla Georgia la stessa sorte dell’Ucraina.
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Fonti per approfondimento (clicca su ogni link per leggere):
Euronews.com
Pressenza.com
Ilpost.it
Wired.it
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