Un treno che arriva dal passato

Eraldo Rollando
17-07-2024
Abituati a viaggiare con i moderni treni veloci, lustri, confortevoli e silenziosi, l’apparire di questa massa ferrosa che lentamente sferraglia in pieno deserto ci trasporta in un’epoca che, vista da qui, appare ormai sepolta.
Eppure è lì. Un convoglio lungo da 200 a 250 vagoni, più un vagone passeggeri (quando c’è), trainato da due a quattro poderose motrici diesel, attraversa il deserto della Mauritania. Il Train du fer, conosciuto anche come “Train du desert”, è un lungo serpente metallico che collega un’enorme miniera nel cuore del paese con Nouadhibou, sulla costa, dove le navi container attendono il materiale ferroso che trasporta.
Nella sua massima estensione il convoglio ferroviario sfiora i tre chilometri di lunghezza ed è considerato il più lungo del Mondo. Nel suo lento andare si stima che trasporti circa 16 milioni di tonnellate di materiale all’anno percorrendo, per un lungo tratto, parallelamente l’immaginaria linea di confine con lo Stato del Sahara Occidentale. La linea tracciata con un righello , come altre in quel continente, dalle potenze occidentali del tempo che si spartirono l’Africa alla Conferenza di Berlino del 1884-1885.

Il percorso del Train du fer – (clicca per ingrandire)

La linea collega la città mineraria di Zouérat, nella regione settentrionale della Mauritania, con la città portuale di Nouadhibou, nel nord ovest del Paese sul confine con il Sahara Occidentale. La miniera di Zouérat è la miniera di ferro più ricca al mondo in contenuto di ossido di ferro. E’ curioso notare che, completamente ignorata, è stata scoperta per puro caso da Saint-Exupery, famoso scrittore, aviatore e militare francese, che sorvolandola notò che la bussola impazziva.

Ogni giorno, dal 1963, il Train du desert svolge il suo lavoro coprendo la distanza di 704 chilometri in 20 ore, alla velocità di 35 Km/ora, viaggiando nell’infinità gialla che lo “sovrasta” e raramente attraverso aree lussureggianti di palmizi e bassa vegetazione. Ogni tanto, qualche rara carovana di cammelli, che presto l’abbandona, lo accompagnato per un breve tratto. C’è da supporre che sul binario del ritorno alla miniera, la velocità del convoglio vuoto sia vicino a quella massima concessa di 60 Km/ora.
In Mauritania non ci sono linee ferroviarie, e questa è l’unica presente nel Paese.
Molti mauritani scelgono di viaggiare in “seconda classe” nei vagoni merci, gratuitamente, sebbene sia vietato, per raggiungere alcuni villaggi nel cuore del Paese. È un viaggio rumoroso, sporco, pericoloso e traballante: le cadute sono frequenti e la temperatura può raggiungere ben oltre i 40°C durante il giorno, mentre di notte scende fino a 15° C.
Un viaggio, a dir poco, scomodo. Seduti sui minerali di ferro, esposti ai venti che, quando soffiano, sollevano nubi di sabbia e polvere ferrosa.
Un’annotazione non di poco conto è il problema che potrebbe presentarsi al momento di scendere, se non si è pratici di questi viaggi. Data la lunghezza del treno e le ridotte dimensioni delle fermate lungo la linea (sono circa una decina) c’è una buona probabilità di dover percorre a piedi la lunga distanza tra il punto di discesa e la “stazione”, sempreché non sia quella sbagliata.

Da qualche anno, sulla linea si è aggiunto un convoglio passeggeri, costretto a deviare su un binario di scambio per scampare al sopraggiungere del lungo e pesante serpentone.

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