Sinistra e neoliberismo

Gabriella Carlon
14-10-2024
Nelle ultime elezioni europee ha votato, in Italia, il 49,7% degli aventi diritto. Fatto grave e preoccupante per la tenuta stessa della democrazia, ridotta al governo di un’«elite» che di fatto evidenzia l’auto-esclusione dalla partecipazione di una metà di coloro che dovrebbero avere interesse a partecipare a pieno titolo alla vita pubblica. Le cause sono certamente molteplici, ma mi sembra essenziale il fatto che buona parte della popolazione non si sente più rappresentata da nessun partito. Se è vero che la maggior percentuale di astenuti si ha tra i non abbienti (1), può essere utile una riflessione sulla trasformazione della Sinistra, che tradizionalmente rappresentava il mondo di coloro che vivevano del proprio salario oppure in situazioni marginali.
In questi decenni di neoliberismo si è imposto un solo modello di società, quella di mercato, basata su un’ideologia che esalta l’individuo a scapito della comunità e dei valori condivisi.
Dopo gli anni Ottanta la Sinistra, non solo italiana, non ha posto più alcuna alternativa alla società di mercato, togliendo a chi vive del proprio salario la speranza di vedersi riconosciuti, pur nell’ambito del sistema capitalistico, tutti i diritti proclamati dalla Costituzione ma ancora inapplicati. La svolta della socialdemocrazia europea verso la fantomatica terza via ha significato la conversione al neoliberismo e l’abbandono dei principi di uguaglianza e di redistribuzione della ricchezza che avevano caratterizzato il trentennio precedente. Ed è venuto meno lo stesso concetto di diritto sociale.
Liberare il mercato da lacci e lacciuoli, in omaggio alla modernità, ha comportato l’egemonia dell’economia sulla politica e di conseguenza la mancata tutela dei diritti sociali. Tra le posizioni di Ronald Reagan, Margharet Thatcher e Tony Blair non c’erano grandi differenze: il lavoro è diventato sempre più precario e mal pagato, sia nella forma diretta del salario, sia nella forma differita della pensione, sia nella forma indiretta del Welfare. Si è dimenticato il concetto di bene comune a vantaggio della privatizzazione dei servizi più spinta possibile, promettendo concorrenza e calo dei costi, oltre che maggiore efficienza. Il risultato è stato un incremento delle tariffe e talvolta anche un peggioramento del servizio. Vantaggi per i nuovi gestori delle forniture, ma quali miglioramenti per gli utenti?
Inoltre non si è per nulla governata la globalizzazione, accettata incondizionatamente anche dai partiti di Sinistra, che hanno mandato in soffitta senza troppe remore i valori storici delle origini. La delocalizzazione ha permesso l’esportazione del lavoro (non dei diritti), mettendo i lavoratori gli uni contro gli altri: i tutelati contro i non-tutelati dei paesi del Sud del mondo. Sul territorio nazionale si è proceduto a una moltiplicazione dei regimi contrattuali, in modo da frantumare la compattezza del mondo del lavoro e distruggere l’idea che si debbano trovare soluzioni collettive. Si può così disporre di una manodopera a basso prezzo che permette l’incremento dei profitti. Particolarmente in Italia, rispetto agli altri paesi europei, sono stati penalizzati i salari, tanto da indurre i giovani a cercare lavoro all’estero. Si è perseguita una politica di estrema difesa dei diritti civili, ma si è lasciato l’individuo in solitudine a districarsi con i problemi del lavoro, della casa, della salute, dei propri bisogni quotidiani. Ma se la discriminante tra Destra e Sinistra, come sosteneva Norberto Bobbio, è l’uguaglianza, perché un lavoratore dovrebbe sentirsi rappresentato dai partiti cosiddetti di Sinistra? Si asterrà dal voto oppure voterà direttamente la Destra, convinto che non ci sono alternative.
Ultimamente si cerca di tamponare la situazione con la cancellazione di alcune norme (es. con il Referendum sul Jobs Act). Temo però che manchi alla Sinistra l’elaborazione di un programma organico per una società alternativa alla società di mercato, consono certamente al nuovo modo di produzione, ma sorretto da principi di solidarietà e di appartenenza a una comunità.
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Note
(1) IPSOS – Analisi risultati elettorali    (clicca per leggere) 

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