Gabriella Carlon
04-12-2023
Sanità al collasso: la situazione attuale
Per attuare il processo di privatizzazione, oltre che le riforme legislative, si sono messe in atto varie strategie: chiusura delle piccole strutture ospedaliere diffuse sul territorio; chiusura di punti di pronto soccorso; blocco delle assunzioni di medici e infermieri nel settore pubblico con conseguente aumento del carico di lavoro fino a limiti insopportabili, sia negli ospedali sia nella medicina di base; mancato rinnovo dei contratti con conseguenti bassi stipendi che spingono il personale sanitario a emigrare all’estero. Il tutto dovuto ai tagli agli stanziamenti per la sanità. (1). Salvo il periodo del Covid, i tagli sono stati costanti. Dal 2010 in avanti si sono tagliati 37 miliardi e si sono persi 39mila operatori sanitari.
Il disservizio per i pazienti è insopportabile: riduzione nella erogazione di servizi sia negli ospedali (dimissioni anche in condizioni precarie) sia nella medicina di base (es. abolizione delle visite a domicilio); riduzione nella fornitura di medicinali di fascia gratuita, con conseguente aumento di spesa per il malato. Quanto a visite specialistiche e accertamenti diagnostici, se in una prima fase il privato-convenzionato riusciva a coprire le richieste in modo abbastanza soddisfacente rispetto ai tempi di attesa (ma lasciando completamente nel dimenticatoio il principio della “libera scelta”), attualmente le liste di attesa hanno tempi talmente assurdi che spingono il malato, se può pagare, a cercare cure nel privato-privato. Stanno infatti diffondendosi servizi privati-privati di vario genere, (perfino di Pronto Soccorso) a totale carico del paziente.
Intanto si stanno sempre più diffondendo mutue integrative aziendali, che ci fanno tornare alla discriminazione tra chi lavora e chi non lavora, come ai tempi precedenti il SSN.
L’altra strada a cui si apre un grande futuro è quella delle Assicurazioni, che ovviamente presenta notevoli criticità: chi ha un reddito basso non potrà certo pagarsi un’assicurazione. E allora quale Assicurazione si prenderà in carico malati cronici o anziani? La conclusione è che già oggi chi può si paga le cure e chi non può non si cura.
Per la sanità si è speso nel 2022 il 6,8 % del PIL, rimanendo al di sotto della media europea; anche i fondi del PNRR sono stati tagliati: il progetto originario prevedeva 1350 Case di comunità per incrementare la medicina territoriale, ma attualmente se ne prevedono 936. Inoltre non si sa a chi sarà affidata la gestione. Sarà un’ulteriore occasione di profitto per il privato-convenzionato?
Abbiamo assistito a una controriforma che ha progressivamente vanificato il diritto alla salute, pur garantito dalla Costituzione; non si sa quanto i cittadini, obnubilati dalla propaganda, si siano resi conto dell’accaduto, però non si può non pensare che quando i nostri Governi, di ogni colore, giurano sulla Costituzione sono spergiuri.
La giustificazione ufficiale all’abolizione di diritti già acquisiti è naturalmente che non ci sono risorse disponibili: giustificazione risibile, perché è chiaro che è compito della politica (Parlamento e Governo) decidere come e dove si preleva la fiscalità generale e come e dove si distribuiscono le voci di spesa. Permettere una gigantesca evasione e diminuire le imposte ai ricchi con vari condoni non può che portare al taglio dei servizi di cui abbisognano i cittadini: non è però un fato ineluttabile, bensì una precisa scelta politica.
Ma vorrei anche fare un’altra riflessione sul piano etico: non è forse immorale il concetto stesso di sanità privata? Come si può concepire che si tragga profitto dalla malattia che colpisce un tuo simile? Che si speculi sulla condizione sfortunata di chi è colpito dalla malattia, non certo per sua colpa? Se neanche di fronte alla malattia esiste “uguaglianza”, in che cosa potrà mai consistere la “democrazia”?
Credo proprio che la salute sia un bene comune da sottrarre al mercato, che per definizione non può garantire alcun diritto, anzi, essendo fondato sulla compravendita, ne è proprio la negazione.
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Note
- Rapporto Gimbe (clicca per leggere)
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La Repubblica tutela la salute – parte prima (clicca per leggere anche la parti prima)
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