Tra il 1999 e il 2017 circa 123mila persone hanno perso la vita o sofferto per ferite gravi a causa delle mine antipersona e degli ordigni inesplosi. E’ l’eredità più brutale che ogni guerra lascia sul terreno. Circa il 90 percento delle vittime sono civili, dei quali il 30 percento bambini.
E. Rollando
24-04-2024
Indetta dalle Nazioni Unite nel 2005, il 4 aprile viene celebrata in tutto il Mondo la Giornata Internazionale sul problema della mine e ordigni inesplosi.
Questi ordigni Sono banditi da 25 anni, ma continuano a colpire. Silenti e invisibili come cecchini in attesa di una vittima.
Più che mai, in questi anni in cui la follia della guerra sembra avere sopraffatto le ragioni della pace, si rende necessario parlare a voce alta della necessità di far firmare il Trattato di Ottawa anche dagli Stati che ancora non vi hanno aderito e costringere tutti al suo rispetto. In Italia il 4 aprile è passato quasi sotto silenzio. I media, salvo qualche rara eccezione, hanno perso di vista il calendario, ma fortunatamente molti siti online hanno dedicato ampio spazio all’argomento; i politici nostrani – parafrasando Giuseppe Giusti – in altre faccende affaccendati dibattono e litigano su facezie e bagatelle.
Nel 1999 è entrata in vigore la Convenzione internazionale per la messa al bando delle mine antipersona; la Convenzione, chiamata anche Trattato di Ottawa, prevede il divieto di produzione, stoccaggio e commercializzazione. Ma, dei 193 Stati Membri delle Nazioni Unite, solo 160 hanno aderito al Trattato, mentre 33 non lo hanno firmato; tra questi Cina, India, USA, Russia, Iran e Israele. Ciò non significa che tutti questi Stati continuano a produrre mine antipersona e bombe a grappolo.
Secondo Landmines & Cluster Munition Monitor (1) sono 12 gli Stati che non hanno aderito al Trattato e che producono mine antipersona: Armenia, Cina, Cuba, India, Iran, Myanmar, Corea del Nord, Pakistan, Russia, Singapore, Corea del Sud e Vietnam.
Purtroppo si continua ancora a produrli e a disseminarli là dove lo spettro di una guerra è pronto a mietere vite.
Dieci anni dopo il Trattato di Ottawa, è entrata in vigore anche la Convenzione sul bando delle munizioni a grappolo(2) (Convention on Cluster Munitions – CCM), detta anche Convenzione di Oslo, che vieta l’uso, la detenzione, la produzione e il trasferimento di questi ordigni e impone ai firmatari la distruzione degli stock esistenti.
Ad oggi la Convenzione è stata ratificata da 111 Stati e firmata da 12; tra questi, però, non figurano i maggiori produttori e utilizzatori di tali ordigni (Brasile, Cina, Federazione Russa, India, Pakistan, USA).
Nel luglio 2023 l’Amministrazione USA aveva ventilato la possibilità di inviare munizioni a grappolo in Ucraina per contrastare l’avanzata della Russia sul terreno di guerra. L’indignazione di molte Cancellerie e di Organizzazioni della società civile, tra cui Campagna italiana contro le mine , ha costretto il presidente Biden a recedere da questo proposito.
< ———Vittime di mine e bombe a grappolo (clicca sull’immagine per ingrandire)
Vatican News ci ricorda che sono 60 i Paesi contaminati dalle mine antipersona e 29 quelli in cui sono presenti bombe a
grappolo, in una situazione aggravata dagli oltre 30 conflitti in corso nel pianeta, tra cui quello in Ucraina.
Giuseppe Schiavello, direttore della Campagna italiana contro le mine spiega “Sono ordigni che restano attivi per oltre 70-80 anni dalla fine di un conflitto, questo significa che la guerra lascerà un’eredità pesantissima. Evidentemente troveremo un disastro in Ucraina non appena sarà possibile agire a protezione della popolazione civile”. Parole che quasi fanno da eco al messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, alla vigilia del 4 aprile 2023:“Anche dopo la fine dei combattimenti i conflitti spesso lasciano dietro di sé un’eredità terrificante: mine terrestri e ordigni esplosivi che affliggono le comunità. La pace non porta alcuna garanzia di sicurezza quando le strade e i campi vengono minati, quando ordigni inesplosi minacciano il ritorno delle popolazioni sfollate e quando i bambini trovano e giocano con oggetti lucidi che esplodono”. (atlante guerre.it)
E’ di questi giorni la notizia che nove bambini, mentre giocavano, sono stati uccisi nel Sud-Est dell’Afghanistan dall’esplosione di una mina risalente alla guerra sovietico-afgana degli Anni ’80. Probabilmente uccisi da una di quelle mine giocattolo, studiate per mutilare bambini.

Nel suo libro “Pappagalli verdi: cronache di un chirurgo di guerra” (Editore Feltrinelli 1999), Gino Strada parlava di “Amputazione traumatica di una o entrambe le mani, una vampata ustionante su tutto il torace e, molto spesso, la cecità. Insopportabile. Ho visto troppo spesso bambini che si risvegliano dall’intervento chirurgico e si ritrovano senza una gamba, o senza un braccio. Hanno momenti di disperazione, poi, incredibilmente, si riprendono. Ma niente è insopportabile, per loro, come svegliarsi nel buio. I pappagalli verdi li trascinano nel buio, per sempre”
L’Italia ha due leggi per contrastare questa pratica barbara:
La legge 374 del 29 ottobre 1997 ha messo al bando le mine persona, vietando “la ricerca tecnologica, la fabbricazione, la vendita, la cessione a qualsiasi titolo, l’esportazione, l’importazione, la loro detenzione di qualunque natura o composizione, o di parti di esse”.
La legge 220/2021, per contrastare il finanziamento dei produttori di mine antipersona e munizioni a grappolo, è stata varata a dicembre del 2021. Istituendo, tra l’altro, meccanismi di controllo e verifica, dettando scadenze di attuazione e stabilendo sanzioni in caso di inosservanza.
Il testo è stato approvato a Montecitorio con 385 voti a favore e nessun contrario. (fonte it.euronews.com)
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Note
Immagine d’apertura: Sminatori al lavoro – da remocontro.it
- Il Cluster Munition Monitor è un’iniziativa della società civile che fornisce una ricerca per la Campagna internazionale per la messa al bando delle mine antipersona (ICBL). La Cluster Munition Coalition (CMC), è una coalizione composta da centinaia di organizzazioni della società civile che lavorano per un mondo senza munizioni a grappolo.
- Munizioni a grappolo o bombe a grappolo: Quando la bomba viene sganciata … si apre automaticamente per rilasciare le sub munizioni su un’area di estensione variabile a seconda della quota e della velocità o dell’effetto delle munizioni. La quasi totalità di queste munizioni è progettata per esplodere all’impatto (col suolo, o contro un bersaglio). (fonte Wikipedia).
Può accadere che alcune sub munizioni, all’impatto con il terreno non esplodano rimanendo pericolosamente attive
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