Ricordando Pepe Mujica

 

Gabriella Carlon
09-06-2025
È morto l’uruguaiano José Alberto Mujica Cordano (1935 – 2025), figura eccezionale di politico, sia per lo stile personale di vita sia per la riflessione filosofica sul senso del vivere nella società capitalistica.
Guerrigliero negli anni ‘60, trascorse un lungo periodo in carcere dal 1972 al 1985; successivamente entrò nella politica istituzionale con la coalizione di Fronte Ampio e, dopo essere stato deputato, venne eletto Presidente dell’Uruguay (2010 – 2015). In quegli anni il tasso di disoccupazione scese dal 13% al 7% e il tasso di povertà dal 40% al 11%. Inoltre furono garantiti i diritti dei lavoratori in merito alla associazione, allo sciopero e alla contrattazione collettiva. Si è ritirato dalla vita politica nel 2020.

Conosciuto in tutto il mondo come Pepe Mujica, divenne famoso per i suoi discorsi controcorrente pronunciati all’ONU e in altre sedi internazionali.
Le sue riflessioni su quanto sia insensata la vita che conduciamo nella società capitalistica sono uno stimolo a cambiare il paradigma culturale dominante, che tra l’altro, per limiti oggettivi delle risorse, non potrebbe essere messo in atto da tutti gli abitanti del pianeta. Ma non è nemmeno questa la ragione fondamentale per abbandonarlo, la ragione fondamentale è che ci rende infelici.
Infatti il consumismo ci fa credere di essere più felici se compriamo sempre più cose, ma per comprare sempre più cose dobbiamo avere sempre più soldi, (per pagare sempre più rate) e per avere sempre più soldi dobbiamo lavorare sempre di più: ma allora non sono i soldi che spendiamo, bensì il tempo della nostra vita che nessuno mai potrà restituirci. “La vita è corta e se ne va” e non possiamo riprendercela – così dice Pepe Mujica. Il vero nemico della nostra felicità è la società dei consumi, pervasa dalla logica del mercato, dell’usa e getta, dell’incremento della produzione di oggetti che durino poco perché l’economia richiede che se ne producano di nuovi. Questo circolo perverso ci incatena in una vita priva di senso. È il modello di sviluppo che distrugge il mondo e distrugge anche noi stessi.
Se invece scegliamo di ridurre i nostri bisogni ai beni essenziali, potremo liberare tempo di vita per le relazioni affettive, per i nostri figli, per i nostri amici, per tutte quelle attività che ci piacciono e che danno un senso autentico alla libertà e alla felicità vera. “Povero non è chi possiede poco, ma chi desidera tanto e tanto e sempre più”.
Dobbiamo certo darci da fare perché tutti siano liberi dalla fame, dalla sete e dai bisogni fondamentali della persona umana, ma non dobbiamo permettere che il superfluo vada a guastare il prezioso tempo di vita, quello che ci rende davvero felici.
Pepe Mujica ha tradotto quanto sostenuto nei suoi discorsi nella sobrietà e semplicità della sua vita, auspicando un cambiamento culturale capace di creare un nuovo pensiero politico, che salverebbe al tempo stesso il pianeta dallo sfruttamento catastrofico e l’umanità dalla insensatezza del vivere.

Riflessioni di grande attualità; ma quanto ancora dovremo aspettare perché si capisca che la sobrietà della vita, la “decrescita felice” non è il ritorno alla barbarie dell’età delle caverne, ma è un futuro possibile di vita serena e di pacifica convivialità?

_________________________________________________________________________________

Il discorso all’ONU del 29 settembre 2013  –  il video e, a seguire, il testo in italiano (cliccabile)

       1 – Video YouTube

 

    2 – Per chi desidera leggere il testo in italiano (può essere copiato)

 

<———(clicca sull’immagine per aprire il testo) 

 

 

 

_______________________________________________________________________________________
Disclaimer e note legali (clicca per leggere – puoi rivendicare diritti di proprietà su riferimenti e immagini)
_______________________________________________________________________________________

 

 

 

Mondo