Un messaggio inviato ai leader mondiali riuniti nella cittadina svizzera di Davos da parte di un gruppo di super ricchi chiedeva di poter pagare più tasse. Dello stesso parere non sono alcuni super ricchi donatori della Campagna elettorale di Kamala Harris che, in controtendenza, chiedono una riduzione delle tasse, a quanto pare già basse.
Eraldo Rollando
10-09-2024
Rai news.it Il 17 gennaio 2024 pubblicava il risultato di una ricerca realizzata da Survation, un’agenzia inglese di ricerche di mercato, per
conto del gruppo Patriotic Millionaires . il campione di indagine era composto di oltre 2.300 persone provenienti da Paesi del G20 con un patrimonio superiore a 1 milione di dollari. La ricerca doveva indagare sulla propensione dei ricchi a pagare più tasse.
Il risultato rivelava che il 58% degli intervistati era favorevole all’introduzione di un’imposta patrimoniale del 2% sulle persone con più di 10 milioni di dollari.
In occasione del World Economic Forum (WEF) a Davos, in Svizzera, tenutosi martedì 16 gennaio 2024, il quotidiano britannico The Guardian pubblicò una lettera appello di circa 250 tra ricchi e super ricchi, indirizzata ai leader mondiali riuniti nella cittadina svizzera, nella quale chiedevano di essere tassati di più. “Il nostro messaggio a Davos è semplice: I leader eletti devono tassare noi, i super ricchi. Saremmo orgogliosi di pagare di più … Ciò non modificherà radicalmente il nostro tenore di vita, né priverà i nostri figli, né danneggerà la crescita economica delle nostre nazioni. Ma trasformerà la ricchezza privata estrema e improduttiva in un investimento per il nostro futuro democratico comune”.
Non ci sono notizie se qualche leader, tra quelli presenti a Davos, abbia dato corso a questa richiesta.
C’è però una novità che sembra andare controtendenza a quanto proposto nella lettera appello di Davos.
Ne parla il quotidiano britannico on-line The Indipendet, che il 31 agosto 2024 ha pubblicato un articolo curato da Katie Hawkinson con il titolo “ I donatori esortano Kamala Harris ad abbandonare una proposta di tassa sugli americani ultra-ricchi “.
Il contesto in cui si inserisce questa “esortazione” è quello noto delle Primarie per l’elezione del Presidente USA, elezione prevista a novembre 2024.
Dopo la rinuncia del presidente Biden a correre per un secondo mandato, la vicepresidente Kamala Harris ha deciso di raccogliere lei la sfida con Donald Trump. La sua proposta ha subito raccolto i favori entusiastici dei donatori dei fondi necessari alla campagna elettorale. Tanto che in pochissimi mesi e, in particolare dopo la sua investitura da parte del Partito Democratico, si è verificato un boom di donazioni che a luglio 2024 sono arrivate a 310 milioni di dollari, più del doppio dei 138 milioni di Donald Trump.
Per il suo programma elettorale Harris “ha detto di sostenere un piano che richiederebbe agli americani con un patrimonio di almeno 100 milioni di dollari di pagare le tasse sui guadagni non realizzati. Attualmente, il governo tassa solo i profitti derivanti dalle azioni, noti come plusvalenze, una volta che vengono vendute. Secondo la sua proposta, questi asset verrebbero tassati man mano che aumentano di valore, indipendentemente dal fatto che siano stati venduti.
Circa 10.000 americani ultra-ricchi sarebbero interessati da questa tassa, riporta NBC News. Il piano si applicherebbe solo agli individui con un patrimonio di almeno 100 milioni di dollari che non pagano almeno un’aliquota del 25 percento sul loro reddito”. (fonte: The Indipendent, già citato sopra)
Siccome non a tutti pagare le tasse “sembra bello” e, a quanto pare, per alcuni sembra addirittura “pessimo”, subito si sono mossi i gruppi di pressione, le famose Lobby, cercando silenziosamente di spingere la candidata alla corsa a rivedere il piano fiscale.
E qui torniamo al titolo dell’Indipendent“ I donatori esortano Kamala Harris ad abbandonare una proposta di tassa sugli americani ultra-ricchi “.
Sono quelli che non concordano con i membri dei Patriotic Millionaires che hanno dato il via alla proposta fatta a Davos il 16 gennaio 2024.
E Kamala Harris? La risposta è arrivata attraverso le parole di Charles Kretchmer Lutvak, portavoce della sua Campagna elettorale: “i miliardari e le grandi aziende dovrebbero pagare la loro giusta quota di tasse, come tutti gli altri … dovrebbero pagare un’aliquota minima perché non è giusto che paghino un’imposta sul reddito inferiore a quella di un insegnante o di un pompiere”.
Parole sante, si potrebbe dire. Ma, Harris riuscirà a mantenere l’impegno o finirà per cercare un compromesso per mantenere alta la probabilità di essere eletta?
Certo che se compromesso ci sarà, a “perdere” non sarà la vicepresidente ma coloro che, pur disponendo di un reddito superiore a 100 milioni di dollari, non accettano di pagare tasse più di un pompiere che potrebbe essere chiamato a salvare loro quel tesoro che vogliono proteggere.
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Immagine di apertura da il foglietto.it