Cina: una grande muraglia verde nel deserto del Taklamakan

La desertificazione, accelerata dal cambiamento climatico e da attività umane insostenibili, sta trasformando terre fertili in aridi deserti in tutto il mondo. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il 77,6% della superficie terrestre era più secco nel 2020 rispetto a trent’anni prima. In Europa, regioni come Spagna, Italia e Grecia potrebbero affrontare una crisi simile entro questo secolo.

Giulia Uberti
20-01-2025
 Il governo cinese non si è dato per vinto, con i suoi mezzi sta tentando di combattere questo processo. Infatti nel 1978 è stato approvato il Three North Shelter Forest Program, la più grande impresa di riforestazione mai tentata. Il termine Three-North si riferisce alle 3 regioni a Nord della Cina e sta a indicare l’impegno a coinvolgere tutte le aree interessate dal problema. Shelter forest significa foresta di riparo, ovvero una cintura di sicurezza intorno al deserto capace di fermare anche le nuvole di sabbia. Si tratta probabilmente del più grande piano ambientale in atto nel mondo. Un ambizioso piano di riforestazione che si concluderà nel 2050. Esso prevede la messa a dimora di 100 miliardi di alberi.

La Cina e il deserto di Taklamakan

Il progetto si realizza con la costruzione di un’enorme cintura verde estesa per 3.046 chilometri lungo il deserto Taklamakan, il più grande del Paese. E’ un progetto titanico che, partendo dal programma “Three-North Shelterbelt Forest”, mira a combattere la desertificazione piantando milioni di alberi come salici rossi e sacsaoul. Il tutto va a creare una barriera naturale contro le tempeste di sabbia e i venti aridi che minacciano l’agricoltura nella regione dello Xinjiang.

Alcuni scienziati hanno sollevato preoccupazioni sulla sostenibilità di piantare alberi non nativi in regioni aride, evidenziando rischi come malattie o impatti negativi sulla biodiversità locale. Ciononostante, l’iniziativa rappresenta un passo importante nella lotta contro la desertificazione, una sfida che colpisce il 27% del territorio cinese e influisce sulla vita di 400 milioni di persone.
In risposta a questa emergenza, altre nazioni stanno adottando strategie simili. L’India ha avviato progetti di riforestazione per contrastare l’erosione del suolo, mentre i Paesi africani stanno lavorando alla grande muraglia verde, una lunga fascia alberata di circa 8 mila km, larga 15 km, la cui realizzazione sta coinvolgendo 22 Paesi della regione sahelo-sahariana (ved. precedente articolo su I Quaderni del Corallo), questi Paesi stanno lavorando per creare una barriera ecologica lungo il Sahel. Questa iniziativa mira a trasformare vaste aree desertiche in terreni coltivabili e a migliorare la sicurezza alimentare.
Nichole Barger, esperta delle Nazioni Unite, ha sottolineato che il problema non risiede nella mancanza di soluzioni, ma nella necessità di maggiore impegno politico e cooperazione internazionale. Con investimenti mirati e approcci sostenibili, è possibile mitigare gli effetti devastanti della desertificazione, contribuendo al contempo alla resilienza climatica globale.
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Note
Immagine di apertura: Tratto di strada che divide il Green Wall dal deserto (da ecobnb.it)
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