Il peso di una croce

Sconcertanti i dati sui cristiani discriminati nel mondo. Nei numeri riportati dalla Onlus Porte Aperte Italia, nella World Watch List 2021 (WWL), scopriamo che da ottobre 2019 a settembre 2020 un cristiano su otto è stato perseguitato (Roberto Pacilio e Andrea Cova, Huffingtonpost.it/, 4 marzo 2021)

Eraldo Rollando
16-10-2021

Quando si richiama  l’attenzione sulle persecuzioni che subiscono oggi i cristiani nel mondo, non di rado si viene sollecitati a parlare contemporaneamente delle persecuzioni che, nei secoli passati, essi stessi hanno operato contro altre fedi e perfino contro le interpretazioni considerate “devianti” rispetto alla dottrina della Chiesa romana. Ma il riconoscimento dei fatti storici, peraltro già pubblicamente ammessi da diversi pontefici (Paolo VI, Giovanni Paolo II,  Benedetto XVI, Francesco, alcuni dei quali si sono scusati ed hanno chiesto perdono per quanto accaduto nei secoli passati), non deve oscurare la gravità delle persecuzioni che  colpiscono oggi molti cristiani in diversi paesi. Soprattutto considerando la dimensione allarmante del fenomeno, che oltre tutto colpisce anche altre fedi.
Quasi sempre, va annotato come premessa, le persecuzioni religiose, e in particolare quelle  contro i cristiani,  avvengono nel più totale silenzio dei media. 
Nel contempo è opportuno ricordare che la persecuzione, oggi, non è solo indirizzata verso chi si riconosce in Cristo; molte altre fedi (buddisti, musulmani, ebrei e non solo) subiscono questa pratica estremamente diffusa, per motivi religiosi, etnici e spesso politici o per camuffare ragioni di interesse economico.

Bernard-Henry Lévy

A proposito di ebrei, vale la pena di ricordare che, Il 22 gennaio 2015 all’Assemblea dell’Onu, Bernard-Henry Lévy (1) ha parlato per denunciare la situazione in Francia due settimane dopo gli attacchi islamici di Parigi (7 gennaio 2015) che hanno sconvolto il mondo: “A Parigi, pochi giorni fa, abbiamo sentito ancora una volta il grido infame “morte agli ebrei”: dei fumettisti sono stati uccisi perché fumettisti, una poliziotta perché poliziotta, degli ebrei solo perché ebrei. In altre capitali d’Europa e altrove, incolpare gli ebrei è tornato il grido di battaglia di un nuovo ordine di assassini. O forse gli assassini sono sempre gli stessi, ma ammantati di nuove abitudini” (Bet Magazine Mosaico-25 gennaio 2015)
In questi giorni anche la Commissione Europea si sta occupando del problema. Dopo settant’anni dalla sconfitta del nazismo, l’antisemitismo sta rialzando la testa nel Vecchio Continente, tanto che nove ebrei su dieci parlano di questa piaga nel loro Paese. Questa preoccupazione ha spinto la Commissione a presentare il 5 ottobre 2021 la propria strategia per combatterne la diffusione. Il vicepresidente Margaritis Schinas ha dichiarato: “l’antisemitismo è incompatibile con qualsiasi valore europeo e con i diritti umani … continua a essere una  minaccia attuale e spaventosa”

Tornando alle persecuzioni odierne perpetrate contro i cristiani, l’ultima indagine realizzata da World Watch List (WWL) e pubblicata da Open Doors/Porte Aperte – da non confondere con Open Arms, che opera nel Mare Mediterraneo per il salvataggio di migranti in difficoltà – ha messo in evidenza dati che dovrebbero scuotere la coscienza e il torpore di chi, credente o meno, volutamente o inconsciamente decide di ignorare questi avvenimenti.

Sul numero odierno di cristiani nel mondo non esiste un dato certo, ma si stima che siano tra i 2,2 e 2,4 miliardi (dei quali circa 1,2 miliardi cattolici). Tra questi, secondo quanto pubblicato da Open Doors, sono oltre 340 milioni i cristiani vittime di persecuzione e/o di discriminazione, ovvero una percentuale tra il 14 e il 16%. Di questi ben 309 milioni che vivono nei primi 50 paesi della WWList 2021, sono considerati in “pericolo molto alto o estremo”.
Come riferisce Notiziegeopolitiche.net, questi numeri sono stati portati recentemente alla conoscenza del  Parlamento italiano, presentando ufficialmente la WWL alla Camera dei Deputati. L’entità del fenomeno ha indotto il presidente dell’Intergruppo per la tutela della libertà religiosa dei cristiani nel mondo, Andrea Delmastro, ad affermare che sarebbe  “fondamentale inserire il tema del rispetto delle minoranze religiose in ogni trattato bilaterale che coinvolge l’Italia”.
Analizzando le tabelle, in cima alla classifica dei paesi con il più alto tasso di persecuzioni contro i cristiani, dal 2002 ad oggi troviamo la Corea del Nord: “le retate della polizia sono proseguite con l’obiettivo di identificare e sradicare qualsiasi cittadino con pensieri “devianti”, tra cui i cristiani. Si stimano tra i 50 e i 70mila cristiani detenuti nei campi di lavoro per motivi legati alla fede”. (Huffingtonpost.it/Roberto Pacilio e Andrea Cova 4-3-2021)
L’argomento viene ripreso anche da Vocecontrocorrente.it che conferma come in quello stato ogni manifestazione di fede venga sanzionata con rigore. La stessa testata giornalistica riferisce un’informazione pubblicata su ChristianDaily.com: 11.730 disertori nord-coreani fuggiti nella Corea del Sud e intervistati dal Centro database per i diritti umani, hanno dichiarato che qualsiasi religione non approvata dal Governo è punibile con la morte, e il 100% dei disertori interpellati ha affermato che nel loro Paese di origine non esiste la libertà religiosa. Inoltre, il 98% degli stessi ha affermato che le uniche strutture per il culto si trovano a Pyongyang e sono semplicemente una vetrina per i turisti. A ciò si aggiunge che si sono perse le tracce dell’80% di coloro che sono stati presi in custodia dallo Stato.
 
In seconda posizione per numero di persecuzioni dei cristiani si colloca l’Afghanistan. Viene da chiedersi a chi possano dare fastidio, visto che, su circa 38 milioni di abitanti, la comunità cattolica è costituita da un pugno di fedeli, presenti principalmente a Kabul. Arrivati sul posto nel secondo secolo, sono stati scacciati dopo 5 secoli con l’arrivo dell’Islam. Nel maggio 2002 papa Giovanni Paolo II istituì a Kabul una missione per l’Afghanistan. Due anni dopo arrivarono le suore di Madre Teresa per svolgere la loro opera umanitaria e alcuni Padri barnabiti che crearono una rete di chiese domestiche: numeri piccoli, ma non insignificanti. A rendere bene l’idea del fastidio provocato è il dialogo surreale tra Ali Ehsani da bambino e suo padre: “Papà, come sono fatti i cristiani?”; “Ci ammazzano se lo scoprono” (2). La famiglia di Ali Ehsani è ora rifugiata in Italia.
Oggi, a seguito del fallimentare ritiro delle forze internazionali da Kabul, sia i barnabiti sia le suore hanno lasciato il Paese e, di fatto, la Chiesa cattolica ha “chiuso”.

 

Chiesa distrutta in Nigeria

Tra i paesi con il maggior numero di violenze fisiche e uccisioni, troviamo anche nove Stati africani. Per la dimensione dei numeri sorprende in modo particolare la Nigeria, che detiene questo triste primato assieme ad altre nazioni dell’Africa sub-sahariana.
In quel Paese, il gruppo terroristico Boko Haram (3) ha messo in atto una vera e propria “pulizia religiosa”.
“Nei primi 200 giorni del 2021 le violenze contro individui, chiese, villaggi e fattorie si sono susseguite senza sosta facendo registrare un record impressionante: 3.462 cristiani uccisi, quasi quanti quelli assassinati in tutto il 2020 (3.530). Tra loro anche una decina di sacerdoti. E poi 300 chiese distrutte o bruciate. Numeri che portano il totale a 96mila morti per motivi religiosi e 13mila chiese distrutte in vent’anni in questo Paese”. (da Notiziegeopolitiche.net 7 agosto 2021)

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Nell’area Indo-asiatica troviamo l’India, che si “posiziona” al decimo posto della lista WWL, dove le persecuzioni prendono di mira sia cristiani che musulmani, complice un nazionalismo basato sull’appartenenza religiosa maggioritaria, quella induista.
Il messaggio che viene maggiormente veicolato in quel Paese è “per essere indiano, devi essere indù”, parole  che certamente non impediscono ai fanatici di attaccare e molestare i cristiani indiani, ma anche, come già detto, i musulmani.

L’elenco è lungo, ma noi ci fermiamo qui.  I fatti raccontati rappresentano un “campionario” sufficiente a rappresentare una situazione purtroppo  assente nel dibattito pubblico; situazione che dovrebbe preoccupare soprattutto perché attiene al rispetto dei diritti umani e, più in particolare, al diritto di potere praticare la propria fede, qualsiasi essa sia, se non nuoce ad alcuno, senza dovere subire discriminazioni o persecuzioni.

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Note:
(1) Bernard-Henry Lévy è un filosofo, giornalista e saggista francese
(2) Il padre, con la sua risposta, ammonisce il figlio di non rivelare la loro fede per non essere uccisi.
(3) Boko Haram (locuzione che significa “la cultura occidentale è proibita”)  è un gruppo terroristico nato nel 2002 con l’idea di instaurare la legge islamica nel Borno, uno Stato nel nord-est della Nigeria. Nel 2015 una costola del gruppo si è separata per aderire allo Stato Islamico (Isis) e creare l’ Iswap (Islamic State West Africa Province) nell’area nord-occidentale della Nigeria. Boko Haram ha continuato con le uccisioni indiscriminate, le razzie di interi villaggi, il rapimento di donne e bambini. Iswap ha messo in campo azioni più mirate volte a colpire campi militari, siti di esplorazione petrolifera e obiettivi istituzionali. Entrambe le organizzazioni hanno realizzato rapimenti nelle scuole a scopo di riscatto, sfruttando la disponibilità del governo nigeriano a pagare i riscatti e a subire la pressione dell’opinione pubblica e dei media internazionali.

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