John Bolton (USA): “organizzare colpi di stato richiede un sacco di lavoro”

 

A parlare è un politico di spicco nei governi repubblicani degli ultimi trent’anni, che in diretta tv allude a diversi complotti per rovesciare governi di altri paesi.

Adriana F.
15-09-2022
La notizia non sarà sfuggita ai lettori più informati, ma vale la pena richiamarla, perché è raro che una fonte autorevole alluda pubblicamente al ruolo avuto dagli Stati Uniti nell’ostacolare o smantellare dei governi stranieri non consoni ai propri criteri (e interessi), e quindi definiti “illegittimi”.

John R Bolton 2017

Nel mese di luglio il giornalista Jake Tapper della Cnn ha intervistato in diretta tv il repubblicano John Bolton, politico e diplomatico statunitense, che è stato rappresentante permanente alle Nazioni Unite e Consigliere per la sicurezza nazionale nei governi di Ronald Reagan, Bush padre e figlio e  Donald Trump, sostenendo sempre una politica estera aggressiva e interventista. Tanto da aver chiesto di non escludere a priori un intervento militare in Corea del Nord per rovesciare il dittatore Kim Jong-un.[1]
L’intervista di Tapper riguardava le responsabilità di Trump nell’assalto a Capitol Hill, sede del governo degli Stati Uniti, attaccata il 6 gennaio 2021 dai fan dell’ex presidente, su cui sta indagando un’apposita Commissione d’inchiesta. Con l’intenzione di  scagionare l’accusato, Bolton ha descritto Trump come persona indecisa e con scarse capacità organizzative. E per avvalorare il proprio parere, l’intervistato si è qualificato come esperto di intrighi e sovvertimenti politici oltre confine.
Queste le parole esatte sullo sconcertante episodio:
“non fu un colpo di Stato attentamente pianificato. Come persona che ha aiutato a fare colpi di Stato, non qui ma in altri posti, questo richiede un sacco di lavoro e non è certo quello che ha fatto Donald Trump”.
Tra i comlotti da lui organizzati, Bolton ha citato solo il tentativo di rovesciare il governo di Maduro in Venezuela, mentre alla domanda sugli altri luoghi dei suoi interventi ha risposto di non voler entrare nei particolari.
Peccato, perché la dichiarazione sul Venezuela non era esattamente uno scoop, in quanto l’intervistato aveva da poco pubblicato un libro su quella vicenda. Ma agli spettatori non è sfuggita l’espressione “altri posti”, che faceva intuire iniziative simili in altre parti del mondo. Iniziative di cui i vertici politici, diplomatici e militari  degli Stati Uniti non soltanto “erano a conoscenza”, ma vi partecipavano attivamente per destabilizzare i governi non graditi.
Diffuse in un baleno via internet e sui social, le parole di Bolton hanno suscitato forti reazioni da parte di governi dei paesi dove l’interventismo a stelle e strisce si è fatto sentire più pesantemente o è costantemente sotto traccia.
Come riferisce Geraldina Colotti, molto severo è stato il commento del presidente del parlamento venezuelano, Jorge Rodriguez, il quale ha definito “ipocriti e prezzolati” i media egemonici, che oggi sono costretti a parlare dell’operazione Gedeon in Venezuela, mentre in passato si erano sempre affannati a negare, screditando il governo del paese preso di mira, nonostante le solide prove che esso presentava.[2]
Dello stesso tono la dichiarazione di Evo Morales, ex presidente della Bolivia, costretto alle dimissioni dall’esercito nel 2019 per  accuse di elezioni non trasparenti, secondo cui le parole di Bolton dimostrano che gli Stati Uniti “sono il peggior nemico della democrazia e della vita”.
Sull’altra sponda dell’oceano, il portavoce del ministro degli Esteri cinese Wang Wenbin ha così commentato: “Non è una sorpresa […] l’ammissione mostra semplicemente che interferire negli affari interni di altri Paesi e rovesciare i loro governi è diventato una prassi del governo Usa”.
Anche in Turchia si è fatta sentire qualche voce sull’argomento. Come ha scritto Giulia Cannizzaro sul Fatto Quotidiano, un giornale locale favorevole a Erdogan ha colto l’occasione per ricordare il fallito tentativo statunitense di rovesciare il governo di Ankara nel 2016.[3]
Nessun commento è giunto, invece, da parte di Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera di sicurezza, che è stato “particolarmente loquace e attivo nella politica di ingerenza contro il Venezuela, e grande sponsor dei golpisti venezuelani”.[4]

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Note:

La foto di John R Bolton è tratta da Wikipedia

[1]   https://www.ilpost.it/2022/07/13/bolton-venezuela-colpo-di-stato/

[2]    https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-golpe_le_ammissioni_di_bolton_e_il_silenzio_imbarazzato_e_imbarazzante_dellue/8_46879/

[3]    https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/07/14/usa-bolton-abbiamo-aiutato-a-fare-colpi-di-stato-dallafghanistan-alliraq-lingerenza-americana-nelle-crisi-internazionali/6661188/

[4]  vedere nota 2

 

 

 

 

[4]vedere nota 2

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