Se l’opposizione politica se la passa male, altri attori della scena nicaraguense non se la passano meglio: la stampa, le ONG e la Chiesa cattolica. Il presidente Ortega continua la sua battaglia personale contro i sacerdoti “scomodi”, li mette in carcere e poi li espelle.
Eraldo Rollando
17-09-2024
“Con i piedi sopra i principi che sottendono la democrazia” (Nicaragua : una democrazia totalitaria), Daniel Ortega e la moglie Rosaria Murillo, sua vice, non si fanno scrupolo a perseguitare i rappresentanti di quella fede che dichiarano di seguire e praticare assiduamente.
La Chiesa cattolica, ultima realtà indipendente rimasta in Nicaragua a fare sentire la voce di chi non ha più voce, subisce attacchi sistematici in un Paese che è passato dalla rivoluzione sandinista (1) alla dittatura familiare della coppia Ortega-Murillo. E ciò succede, per di più, in una nazione in grande parte cattolica.
Sembra che, nelle ultime settimane, la persecuzione nei confronti della Chiesa nicaraguense sia cresciuta di intensità.
Il 13 di agosto 2024 la polizia ha fatto irruzione nella cattedrale di Magatalpa e ha sequestrato per ore il personale amministrativo, mentre nelle stesse ore il governo ha requisito i beni della Caritas locale e di 14 Ong per “irregolarità amministrative”.
Nel fine settimana sono stati arrestati due sacerdoti e una collaboratrice laica.
Una settimana prima aveva avuto luogo un trasferimento coatto che la Vicepresidente Murillo segnalava con un comunicato che, senza voler mancare di rispetto alle persone oggetto del trasferimento, si potrebbe definire “divertente”.
Il comunicato diceva: « Mercoledì 7 agosto, sette sacerdoti nicaraguensi sono partiti dal Nicaragua per Roma dove sono arrivati sani e salvi e sono stati accolti presso la Santa Sede». Uno scarno comunicato che lascia trasparire una spensierata comitiva di 7 persone in vacanza verso Roma, accolti in Vaticano con gioia e allegria. L’ipocrisia del comunicato nasconde una amara verità: l’arresto dei sacerdoti eseguito tra il 26 luglio e il 5 agosto del presente anno e la loro cacciata dal Paese con accompagnamento all’aereo da parte di poliziotti in borghese.
Prima di loro, umili sacerdoti e alti prelati hanno seguito la stessa sorte, o peggio.
L’elenco di questi fatti sarebbe lungo. Vale la pena di fermarsi su alcuni. Non prima di avere ricordato che, dal 2018, 203 esponenti del clero sono stati esiliati, espulsi o costretti a partire, l’80 per cento di questi nel corso del 2023.
Nel 2021, 420 organizzazioni cristiane sono state cancellate, e almeno 22 media religiosi sono stati confiscati, tra cui Radio Maria. (Agenzia ANSA)
Il caso più clamoroso è certamente quello del vescovo di Matagalpa e amministratore apostolico della diocesi di Estelí, monsignor Rolando Alvarez, che dopo essere stato tenuto forzatamente rinchiuso per 15 giorni nella Curia con l’accusa di aver tentato di “organizzare gruppi violenti” con “l’obiettivo di destabilizzare lo Stato nicaraguense e attaccare le autorità costituzionali”, è stato incarcerato per 528 giorni di cui 339 in una cella di massima sicurezza. Successivamente ha ricevuto una condanna a 26 anni di carcere per essersi rifiutato di lasciare il Nicaragua per andare in esilio negli Stati Uniti.
Infine, una notte di metà gennaio 2024, caricato su un aereo assieme ad altri 18 ecclesiastici, è stato “spedito” a Roma.
A sostituirlo nella guida della diocesi, su mandato del Vaticano, è stato Padre Frutos Constantino. Padre Frutos ha avuto l’ardire di volere procedere all’ordinazione di tre diaconi, azione consueta e legittima per un vescovo. Sennonché l’ottantatreenne prelato aveva violato il divieto di “espletare simili attività senza un permesso specifico”.
Per questa grave infrazione è stato prelevato e confinato a Managua nel Seminario nazionale Nostra Signora di Fatima. Una forma di arresti domiciliari. Per impedire ogni possibilità di “fuga” dell’anziano prete, poliziotti vigilano la struttura giorno e notte.
Alla scure della coppia Ortega-Murillo, Il 23 agosto 2023, non sono sfuggiti i gesuiti del Paese centro americano. “Nel provvedimento governativo 105-2023 si stabilisce che i beni immobili e mobili della Compagnia di Gesù nel Paese siano trasferiti allo Stato”. (Agenzia d’informazione SIR)
L’8 aprile 2023, il Manifesto usciva con un titolo significativo: “Pasqua al veleno in Nicaragua, Ortega rinchiude i santi in chiesa”. L’articolo si riferiva ad un’ordinanza che il presidente Daniel Ortega aveva emanato a inizio 2023 con la quale sospendeva “l’uscita dei santi dalle chiese e le cerimonie all’aperto”. Divieto ignorato e uscita della processione a Nindirì, nella diocesi di Managua, per la Via Crucis del Venerdì Santo. La polizia ortegueista, già in luogo, “ha preso a perseguire i fedeli che correvano abbandonando in qua e là croci e immagini sacre, oltre a togliersi di dosso i paramenti e quegli inquietanti cappucci tipici della settimana santa”
Da tempo l’Onu stigmatizza i comportamenti della coppia Ortega – Murillo, sottolineando come i diritti umani vengano calpestati oltre ogni limite.
La situazione dei diritti umani in Nicaragua ha continuato a deteriorarsi nei primi mesi del 2023” e “il governo sta commettendo diffuse violazioni dei diritti umani che costituiscono crimini contro l’umanità contro civili, politicamente motivati”.
E’ quanto si legge nel Rapporto, diffuso il 4 marzo 2923 da Vatican news , stilato dal Gruppo di esperti indipendenti dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani.
E ancora più recentemente, il 24 luglio 2024, l’Agenzia d’informazione Sir, riportando le parole del sito indipendente nicaraguense Despacho 505, segnala che in un nuovo rapporto gli esperti delle Nazioni Unite che hanno analizzato i fatti concludono che le pratiche crudeli e degradanti commesse dalla polizia “sono stati atti deliberati e sono stati eseguiti con l’intenzione di infliggere gravi dolori o sofferenze, sia fisiche che mentali, ai membri della Chiesa cattolica e di altre confessioni cristiane, oppositori o percepiti come tali”
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Note:
1 – Rivoluzione sandinista
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