Chi l’avrebbe mai detto? Dal film Totòtruffa ’62 , nel quale Totò tratta la vendita della Fontana di Trevi a un turista italo-americano, siamo passati ad intere città truffa nate per frodare ignari e indifesi moderni naviganti del web. Ma non solo.
Eraldo Rollando
08-04-2025
Una realtà presente in diverse città dell’area indo orientale. Il fenomeno sembra essere diffuso in Myanmar, Cambogia e Laos, ma ne sono nate anche in India, a Dubai e in Georgia
Queste città, definite “Scam cities” (1), ospitano decine di immensi capannoni nei quali schiere di lavoratori, attratti da prospettive di lauti guadagni, vengono tenuti in stato di semi-schiavitù per compiere frodi attraverso l’uso di internet. Vengono messe in atto truffe affettive (2), falsi investimenti, scommesse illegali, furti di cripto valute e ogni altro genere di frodi.
Secondo l’Associazione Acta – Azione Contro Truffe Affettive e Lotta Cybercrime, “parlare di truffe affettive è riduttivo perché dietro arrivano a esserci anche dieci reati diversi, dall’associazione a delinquere all’usurpazione di immagine e identità, dall’estorsione a volte con immagini di nudità o atti sessuali diffuse senza il consenso della persona che ritraggono, al riciclaggio” .
I messaggi, diretti prevalentemente verso Nord America, Europa e Asia, partono da questi capannoni tramite WhatsApp e le chat dei social per agganciare potenziali vittime.
Un’indagine condotta nel 2023 dalle Nazioni Unite ha rivelato che solo in Myanmar erano impiegati 120mila “lavoratori” e circa 100mila in Cambogia.
Quello che ha destato molto stupore e preoccupazione è rappresentato dagli introiti che, sempre secondo l’ONU, solo in Asia vengono stimati tra 17 e 36 miliardi di euro all’anno.
Gli imprenditori delle truffe, sempre in movimento nel sud est asiatico alla ricerca di luoghi e profitti sicuri, si sono insediati recentemente anche lungo il confine tra Thailandia e Myanmar. Lì sono sorte due Scam Cities: una di queste è Shwe Kokko.
Una decina d’anni fa la zona, appartenente al Myanmar, era completamente desolata, resa uno dei posti più poveri della terra da una guerra civile di lunga data. In poco tempo, Shwe Kokko, o Golden Raintree (letteralmente l’albero della pioggia dorato), è emersa come un miraggio. Costruita su truffe, riciclaggio di denaro e traffico di esseri umani si presenta nei suoi video promozionali come una città turistica, una meta di vacanza sicura per i turisti e un paradiso per i super-ricchi, ma al suo interno si nasconde una Scam city dove gli ignari turisti vengono spennati senza dover ricorrere a internet.
Uno specchietto per attirare allodole, soprattutto cinesi, che non ha mancato di attirare la preoccupata attenzione delle autorità di Pechino.
Infatti, a prima vista, Shwe Kokko ha l’aspetto di una città cinese di provincia. I cartelli sugli edifici sono scritti in caratteri cinesi e i veicoli che vanno e vengono dai cantieri sono di fabbricazione cinese.
Anche gli imprenditori thailandesi hanno le loro convenienze economiche nel business: dal confine decine di ripetitori telefonici puntano sul Myanmar, perché è la Thailandia a fornire elettricità e rete, così come mattoni e cemento. Ma anche le autorità di Bangkok non sono felici di avere vicini così “ingombranti” e hanno cominciato a mettere in atto contromisure. Infatti, testimoni riferiscono che deve avere abbassato la leva dell’energia elettrica in quanto i lavori sembrano fermi o fortemente rallentati.
Inoltre, mercoledì 12 febbraio 2025 l’esercito Thailandese, durante un’operazione di polizia nella zona di confine con il Myanmar, a Myawaddy, poco distante da Shwe Kokko, ha liberato circa 7mila persone che lavoravano in stato di semi-schiavitù e c’è da immaginare che abbia chiuso le relative attività e regalato solide manette ai responsabili del turpe mercato .
E, chissà se l’uomo che ha costruito Shwe Kokko riuscirà a godersi i suoi lauti quanto illeciti profitti? Pare che, al momento, She Zhijiang sia ospite delle galere thailandesi in attesa di essere estradato verso la Cina.
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Note:
- SCAM traduzione: raggiro, imbroglio
- Tra le truffe affettive è nota quella capitata a una donna francese, identificata come Anne, che in un programma televisivo ha raccontato di essere stata truffata da un gruppo di persone che le avevano fatto credere di star chattando con Brad Pitt, convincendola a dargli 830mila euro per un’operazione chirurgica. Anne, che dopo la trasmissione ha ricevuto critiche anche molto pesanti per esserci cascata, ha risposto sostenendo che «se foste stati al mio posto sareste caduti nella trappola anche voi»..(nota tratta da Il Post.it).
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