Due grandi partiti si contendono la leadership del Paese: il Peoples Democratic Party (PDP) di tradizione progressista e l’All Progressives Congress (APC)di ispirazione conservatrice. A loro fa da contorno una galassia di 100 piccole formazioni. Nel sud-est, l’Ipob si batte per la secessione dal governo centrale. Il suo leader Kanu è sotto processo per terrorismo e possesso illegale d’armi.
Giulia Uberti
06-09-2022
Dopo il colonnello Ojukwu, morto a Londra nel novembre 2011, Nnamdi Kanu, un Inglese-Nigeriano di 45 anni si è presentato sulla scena appoggiato a un partito secessionista: Indigenous People of Biafra (Ipob).
Nnamdi Kanu è nato a Isiama Afara, nello stato di Abia, Nigeria, negli anni ’70. Suo padre HRM Eze Israel Okwu Kanu, un sovrano tradizionale e sua madre Ugoeze Nnenne Kanu, lo hanno cresciuto a Umuahia. Primo di cinque figli ha frequentato il Government College per la sua istruzione secondaria. Successivamente, Nnamdi Kanu ottenne l’ammissione all’Università della Nigeria Nsukka (UNN), ma a seguito di ritardi causati da incessanti scioperi da parte del personale accademico, e non accademico, dell’università fu costretto a partire per l’Inghilterra per terminare gli studi.
L’Ipob ha assunto rilevanza sul piano nazionale a partire dal 2012 fino ad oscurare in termini di capacità di mobilitazione le altre formazioni, che tuttavia continuavano ad essere operative. Questo successo è dovuto alle abilità comunicative e alla retorica estremista di Kanu. Costui, fra l’altro, ha saputo sfruttare meglio dei rivali le potenzialità delle nuove tecnologie, come i social media, riuscendo ad acquisire visibilità e a crearsi una considerevole base di consenso fra i giovani della comunità Igbo (Indigenous People of Biafra) (1) – da non confondere con Ipob -.
Rispetto alle organizzazioni affini l’IPOB rappresenta la corrente di pensiero più radicale, che rifiuta le trattative con le istituzioni (favorite invece da alcuni) per assumere un atteggiamento di confronto totale
Nel 2009 Ralph Uwazuriuke (2) affidava a Kano il ruolo guida di Radio Biafra e questi trasmetteva dalla sua casa portando avanti il tema centrale della sua politica: “la richiesta d’indipendenza del Biafra”, un tentativo già messo in atto nel 1967 ma presto naufragato.
Namadi Kanu lavorava alla propaganda e nei media a Radio Biafra basato a Londra e, dal luglio 2015, era impedito di rientrare in Nigeria. L’Ipob lo rese figura popolare. Il suo obiettivo era quello di ottenere l’indipendenza di cinque Stati della zona sud-est della Nigeria, dove gli Igbo sono la maggioranza e rappresentano la terza comunità del Paese con 19 milioni di abitanti localizzati in un territorio senza risorse petrolifere.
L’ascesa alla popolarità di Kanu è iniziata con il suo arresto nel luglio del 2015 nella sua camera d’albergo al Golden Tulip Essential Hotel Ikeja, nello stato di Lagos, da parte della polizia segreta della Nigeria con l’accusa di tradimento.
I suoi avvocati, in un briefing per la stampa, affermarono che tra il 14 e il 17 ottobre (2015), il luogo dove si trovava il loro cliente era sconosciuto. Ma, al 18 ottobre (2015), la notizia dell’arresto del leader di Ipob suscitò un’ondata di proteste. Fu una protesta di massa in diverse parti delle zone geopolitiche sud-est e sud-sud. I giornali menzionarono 10.000 persone presenti alla massiccia partecipazione. Kanu apparve per la prima volta al tribunale di Abuja il 23 novembre (2015) dove venne accusato di cospirazione, intimidazione e costituzione di un’associazione illegale. Dopo il suo arresto, molti continuarono a protestare e, secondo Amnesty International, tra l’agosto 2015 e l’agosto 2016, oltre 150 manifestanti furono uccisi dalle forze dell’ordine.
Dopo 18 mesi di carcere Kanu fu rilasciato sotto cauzione, ufficialmente per ragioni di salute. Alla liberazione gli venne vietato di parlare mentre egli continuava a rilasciare interviste. Nel 2017 i soldati nigeriani presero d’assalto la sua casa a Umuahia; numerosi militanti dell’Ipob vennero uccisi: 15 morti secondo Radio France International, 28 secondo altre fonti. Kanu temendo per la sua vita fuggì all’estero e scompare per un periodo. Dopo i primi anni nei quali sembrava che Kanu fosse pronto alla rivoluzione armata, in un secondo tempo egli si dichiara seguace di Gandhi e di Martin Luther King e spiega, chiarendo il suo pensiero, di volere l’indipendenza del Biafra ma tramite referendum. Alle elezioni del 2019 un primo suo pensiero fu di voler boicottare le elezioni mentre cambiando idea, chiede ai suoi seguaci di andare a votare.
Il Tribunale di Venezia, con decreto del 29.3.2019 ha riconosciuto lo status di rifugiato ad un cittadino nigeriano, in ragione della sua appartenenza all’IPOB. Nelle motivazioni del Tribunale particolarmente significativo, ai fini di una positiva valutazione di credibilità, è stato ritenuto quanto riferito dal ricorrente in merito alla sua partecipazione alla manifestazione tenutasi il 2.12.2015 e promossa dai membri dell’IPOB (movimento per la liberazione del Biafra), per protesta contro l’arresto del loro leader Nnamdi Kanu, dichiarazioni del tutto coerenti con quanto emerge dalle fonti internazionali (specificamente indicate nel provvedimento in esame), sia con riferimento alla persecuzione degli appartenenti all’IPOB, considerati dei terroristi, sia alle vicende del suo leader. Nel decreto si ripercorrono, infine, in modo analitico le vicende che hanno portato alla nascita dell’IPOB, alla risposta delle autorità federali ed ai continui scontri con le forze di sicurezza.
Nel dicembre 2020, Nnamdi Kanu annuncia la creazione dell’Eastern Security Network, considerato da molti come il braccio militare dell’Ipob. Il governo nigeriano lo considera un’organizzazione paramilitare e manda i suoi soldati a combatterla. Gli scontri iniziano nel gennaio 2021 e in poche settimane provocarono la morte di centinaia di persone. Il 18 febbraio, l’Ipob dichiara lo stato di guerra tra Biafra e Nigeria; nonostante ciò, Kanu insiste nel chiedere una soluzione pacifica della crisi. Per tutta risposta, il governo nigeriano dichiara che l’Ipob è un’organizzazione terrorista e che Kanu sta incitando alla violenza. In realtà, il gruppo guidato da Kanu non è né il primo né l’unico che si rifà all’esperienza del Biafra.
Nel maggio 2021 Kanu si reca a Nairobi per sottoporsi a cure mediche; pare che soffra di pressione alta e di problemi cardiaci. In giugno viene arrestato illegalmente da agenti dei servizi segreti del Kenya, che lo portano in un luogo segreto, lo legano al pavimento con una catena e lo torturano per alcuni giorni.
In Italia il 26 luglio a Roma ci fu manifestazione per la liberazione di Nnamdi Kanu , un Sit-in di fronte all’Ambasciata britannica di Roma nei pressi di Porta Pia. Rivolta per un leader di fede ebraica, che sosteneva i poveri del Biafra e di ogni religione, vessati dal governo nigeriano. La famiglia dichiarava: “temiamo per la sua vita. La restrizione, priva di chiara motivazione legale e di reati penali, è un’evidente violazione dei diritti umani.”
Dal Kenya, Kanu fu portato in Nigeria dove il processo sarebbe ripreso, in sua presenza, il 26 luglio. Questo fu annunciato dalle autorità nigeriane, ricordando che l’imputato doveva rispondere di 11 capi d’accusa, tra cui terrorismo, possesso illegale d’armi ed evasione dagli arresti domiciliari.
Il 5 giugno del 2021 la rete sociale Twitter fu bloccata dal governo nigeriano, questo atto ha, di conseguenza, stornato l’attenzione dei seri problemi che il Paese stava affrontando. Problemi economici e di sicurezza che minano alla base la situazione generale. La ragione della chiusura sta nel fatto che la stessa rete aveva rifiutato di sopprimere il messaggio del Presidente Buhari nel quale parlava di trattare le persone aventi un “cattivo comportamento” con un linguaggio che essi avrebbero potuto comprendere”. Tale messaggio era una minaccia ad utilizzare la violenza contro i separatisti del Sud-Est del Paese. I giovani del Paese, che sono molto numerosi, hanno volto al ridicolo il messaggio interpretandolo come prova che il Paese stesse scivolando verso l’autoritarismo. Atti più recenti del governo mirano a controllare i media e le piattaforme di comunicazione, annunciando inoltre la sua intenzione d’imporre una licenza per i social-media e le loro applicazioni e di creare un registro degli utilizzatori delle carte SIM. In un paese dove l’età media è di 18 anni e la disoccupazione sale almeno al 33% (ma sicuramente di più, per la mancanza delle dichiarazione in merito). Le critiche accusano il governo di essere scollegato dalla popolazione.
Giuseppe Liguori , su focusonafrica.info, il 18 Luglio 2021 a conclusione di una sua analisi sul ruolo di Kanu in Nigeria dichiara:” … io credo che Kanu sia stato arrestato per motivi politici: non si tratta certamente di un terrorista, ma di un uomo che difende il diritto all’autodeterminazione del popolo del Biafra. La soluzione del problema è un referendum, come è avvenuto dieci anni fa nel Sud Sudan. Lasciamo che sia il popolo del Biafra a decidere se vuole l’indipendenza oppure se vuole continuare ad essere parte della Nigeria!”
Negli ultimi anni la situazione é peggiorata in Nigeria e frena costantemente il Paese nella realizzazione del suo potenziale.
Alla base dell’attuale situazione vi è il malcontento di vasti settori della popolazione di etnia Igbo, che fin dall’indipendenza del Paese si sente marginalizzata dalle istituzioni, in primo luogo sul piano economico. Presente su tutto il territorio nazionale, tale gruppo etnico abita principalmente in cinque stati del sud est (Enugu, Ebonyi, Abia, Imo e Anambra) che compongono quello che alcuni commentatori chiamano l’Igbolan.
I giovani manifestano contro le violenze della polizia e delle forze dell’ordine, essi sono l’espressione del meridione globalizzato mentre il Nord rimane indietro. Si potrebbe parlare di due Nigerie: quella impetuosa e ricca del sud e quella tradizionale e sonnolenta del nord. Soltanto al centro del paese (Abuja o Jos) i due paesi si incrociano. Il sud ha scelto l’economia globale senza attendere il nord. I giovani meridionali imitano i coetanei del mondo globale e chiedono più diritti. I loro compatrioti del nord sono alle prese con le sirene del jihadismo che li attira offrendo loro possibilità di ingaggio.
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Note:
Foto di copertina : Nnamadi Kanu, leader del gruppo separatista Ipob – Fonte Rivista Africa
- Igbo (Indigenous People of Biafra), chiamati anche Ibo, persone che vivono principalmente nel sud-est della Nigeria e parlano Igbo Prima della colonizzazione europea, gli Igbo non erano uniti come un unico popolo ma vivevano in comunità locali autonome. Entro la metà del XX secolo, tuttavia, un senso di identità etnica era fortemente sviluppato e la regione orientale della Nigeria dominata dagli Igbo ha cercato di separarsi unilateralmente dalla Nigeria nel 1967 come nazione indipendente di Biafra . All’inizio del 21° secolo, gli Igbo contavano circa 19 milioni di abitanti
- Ralph Uwazuriuke è un attivista nigeriano. Fu il capofila del Movimento per l’Attuazione dello Stato Sovrano del Biafra; un gruppo che promuove la secessione e la sovranità della Nigeria orientale.
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