Metti che un giorno, il Vesuvio …

16-10-2016
Eraldo Rollando
25 agosto 79 d.c. il Vesuvio si muove, erutta e copre di cenere e altro materiale incandescente buona parte dell’area flegrea. Ce ne parla anche Plinio il Giovane (1), testimone oculare dalla sua villa, alta sulla scogliera, molti anni dopo, in una lettera a Tacito (2) in cui racconta quei momenti drammatici e del modo in cui suo zio Gaio Plinio Secondo (3) trovò la morte. Da attento studioso della natura e in uno slancio di altruismo, nel tentativo di salvare alcuni amici residenti nella costiera vesuviana, dove lui si trovava come Comandante della flotta romana di Miseno, Plinio il Vecchio con le quadriremi va verso il fungo eruttivo. Così dice un passo della lettera: “… già sulle navi la cenere cadeva fitta man mano che si avvicinavano, già cadevano i pezzi di pomice e pietre, annerite ed arse e spezzettate dal fuoco … ebbe un momento di esitazione, se dovesse tornare indietro e così il pilota lo consigliava, ma egli disse subito: la fortuna aiuta i forti, raggiungi Pompeiano.”
Molte le pubblicazioni, i saggi, i romanzi che hanno raccontato la vicende di quell’eruzione catastrofica.
Tra questi nel 2003, Robert Harris, giornalista e romanziere inglese, dà alle stampe il suo romanzo storico “Pompei”. In 296 pagine, con la cura maniacale dello storico e la fantasia del più smaliziato romanziere thriller, riprende le vicende di oltre 1900 anni prima rivelandoci, ancora una volta, come la natura può mettere in scena simili catastrofi, nell’impotenza del più potente impero dell’epoca.
Da quell’evento sono passati 1937 anni.
Solo oggi, dopo anni di progetti, ripensamenti e modifiche, il Piano di Evacuazione Vesuvio vede la luce.
E’ un programma di emergenza per l’evacuazione delle popolazioni, in caso di nuova eruzione del Vesuvio. E’ stato presentato il 12 ottobre dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, assieme al capo della Protezione civile nazionale Fabrizio Curcio. Il presidente De Luca ha così presentato il progetto: “Siamo arrivati allo step conclusivo per la messa a punto del Piano di evacuazione nell’area del Vesuvio per la cosiddetta zona rossa. Il progetto prevede lo spostamento di circa 700 mila persone dei 25 comuni interessati della provincia di Napoli, attraverso l’impiego di 500 pullman e 220 treni.” Hanno contribuito alla definizione delle operazioni le Ferrovie dello Stato e ACAM, l’Azienda campana per la mobilità sostenibile. Sono ancora da completare, però, i piani di protezione civile di parecchi comuni, Napoli in testa.
Il progetto prevede lo spostamento della popolazione interessata in 19 regioni e province autonome, gemellate con i comuni . Per ciascun comune è stata già individuata la destinazione. Alcuni esempi: gli abitanti di Portici verranno ospitati in Piemonte, quelli di Nola in Val d’Aosta, quelli di Pompei in Sardegna, ecc … Sarà un notevole sacrificio per le persone che si dovranno spostare e un enorme sforzo organizzativo, ma la necessità di sicurezza dovrà prevalere su ogni altra considerazione.
Il presidente De Luca ha spiegato: “dovremo lavorare per realizzare la rete viaria e le infrastrutture a supporto del piano. Questo avverrà nei prossimi mesi.”
L’augurio è che la nuova eruzione non debba verificarsi mai. In ogni caso, avere un piano, nonché i relativi aggiornamenti, che si spera ottenga nel tempo le dovute attenzioni da parte delle future Istituzioni locali e dei governi a venire, è già un bel passo avanti, dopo 19 secoli di attesa.

(1) Gaio Plinio Cecilio Secondo ( Verona, 61 d.c. – 114 d.c.)detto anche Plinio il Giovane, per distinguerlo dall’omonimo zio Plinio il Vecchio, fu uno scrittore e senatore romano

(2)  Publio Cornelio Tacito (Gallia Narbonense, attuale Francia meridionale, 55 d.c. – Roma, 117 d.c.) Senatore romano, è stato uno degli storici più importanti dell’antichità.

(3) Gaio Plinio Secondo, noto anche come Plinio il Vecchio (Verona, 23 d. c. – Stabiae, nella zona dell’odierna Castellamare di Stabia, 25 agosto 79 d. c.) fu scrittore, Ammiraglio della flotta e naturalista romano.
Di lui ci è pervenuta la Naturalis  Historia, che è stato un riferimento sino al 1600 in materia di conoscenze tecniche e scientifiche. E’ considerato il primo vulcanologo della storia.

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