BOFF – Dalla Teologia della Liberazione alla Eco-Teologia

Giulia Uberti
30.01.2016
Nel mio recente viaggio in Brasile (novembre 2015) ho vissuto, con gli amici che mi hanno ricevuta a Fortaleza, il dopo Congresso Teologico tenutosi dal 26 al 30 ottobre 2015 nella stessa città. Durante il Congresso, Leonardo Boff, intervistato da Adital in relazione alla Teologia della Liberazione aveva rilasciato un discorso che circolava fra le persone con le quali ero in contatto, e che era oggetto di riflessioni, commenti, e speranze augurali.
La Teologia della Liberazione nata alla fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, ascoltando il grido degli oppressi che all’epoca degli anni ’70 erano i poveri, gli emarginati, gli operai sfruttatati nel lavoro, gli oppressi etnici: i neri, gli indigeni, la donna, tutte le persone aventi delle urgenze nella loro vita. Per Boff, la differenza con altre visioni, e movimenti sociali, che chiedono la Liberazione, come la tradizione marxista, la tradizione dell’Illuminismo, è che qui si tratta di come il cristianesimo, la fede cristiana e il messaggio di Gesù può essere fonte di ispirazione per impegnare le persone. Un approccio che le renda più coscienti della loro situazione, che dia loro la forza organizzativa capace da portare alla Liberazione. Il focus dei questa Teologia è “la scelta dei poveri in favore della Liberazione e della giustizia sociale”. Un modo nuovo di fare Teologia che è sempre a partire da realtà concrete, dal grido dei poveri nelle sue concrete condizioni di vita.
Boff fu uno dei primi a comprendere che dentro l’opzione dei poveri, il grande povero oggi, è il pianeta Terra: sfruttata, devastata e contaminata. Pertanto la Teologia della liberazione deve trasformarsi in una Eco-Teologia della Liberazione. E’ necessario aiutare a liberare la Terra perché senza la Terra noi non possiamo formulare né sostenere alcun tipo di progetto. Io credo, afferma Boff, che la grande novità dell’Enciclica del Papa è la cura della “Casa Comune”. Se distruggiamo la Casa Comune nessun progetto umano, nessuna civilizzazione, nulla sopravvivrà.
Alla domanda come Boff valuta l’importanza dell’incontro Teologico, egli risponde che, …” il Congresso fu una valutazione del livello delle oppressioni di oggi in America Latina. Questo perché tutti i Paesi ebbero regimi militari, molta violenza, molta oppressione; ci sono stati martiri, sono scomparse molte persone. Poi vennero le democrazie che portarono libertà, ma tutte queste democrazie sono fragili. Esse hanno una base popolare perché sono nate dal basso, ma oggi dopo la crisi del 2007-2008 , stiamo assistendo a una crisi economico finanziaria del sistema globale che praticamente affondò i centri di decisione degli Stati Uniti e dell’ Europa. Nel frattempo la realtà mutò ed assistiamo ad un progressivo avanzamento del pensiero conservatore, incluso quello reazionario, antidemocratico in tutta l’America Latina e nel mondo intero” .
La Teologia della Liberazione non è statica, essa deve adattarsi nella misura nella quale le oppressioni mutano. La liberazione dell’indigeno è diversa dalla liberazione dell’operario. Per l’indigeno la prima cosa è la sua terra perché per lui non è solo un mezzo di produzione ma rappresenta una estensione del proprio corpo, egli necessita di grandi spazi perché si sente parte della natura.
La liberazione della donna deve essere distinta. Già da 15secoli si trova sottomessa al patriarcato, marginalizzata, sempre messa da parte, quando addirittura non è considerata come “minore”. E’ una liberazione propria della donna che prendendo coscienza si organizza per rigettare la dominazione patriarcale. Gli uomini possono solo essere suoi alleati in questo cammino. Pertanto ogni oppressione ha una sua adeguata liberazione.
Le oppressioni oggi sono molto violente perché i governi sono pressati dai grandi poteri economici e finanziari mondiali ad assumere mete che esse stessi stabiliscono. La macro-economia di mercato, l’economia della speculazione e non della produzione. Questo sta producendo due grandi ingiustizie: una sociale e l’altra ecologica. L’ingiustizia sociale non fu mai così grave nella storia oggi praticamente l’1% dell’umanità possiede il 90% delle ricchezze del mondo. 85 persone posseggono la ricchezza di 40 paesi dove vivono 600 milioni di persone. C’è una ingiustizia sociale generalizzata, con molta sofferenza in Paesi interi come la Grecia, la Spagna, il Portogallo ed ora, praticamente i Paesi dell’America Latina stanno per essere invasi dalla pressione dei grandi capitali. Questo è un lato della questione. D’altra parte l’ingiustizia ecologica perché si sono raffinate le forme tecnologiche per esplorare i beni e i servizi della terra in tutti i punti: nel mare, nell’aria, nei suoli e nelle foreste. Al punto tale che per rifare quello che noi sottraiamo alla Terra durante un anno, la Terra necessita di un anno e mezzo per rifarsi. Se gli Stati Uniti e l’Europa volessero democratizzare il loro modo di vivere per tutta l’umanità, noi necessiteremmo di cinque Terre uguali a quella dove viviamo. Questo ci mostra l’irrazionalità e l’impossibilità di andare avanti con questo progetto di sviluppo, di produzione, di distribuzione e di consumo.
Nel suo viaggio in Bolivia il Papa quando ebbe a parlare ai Responsabili dei movimenti sociali ebbe a dire: “… non sperate niente che venga dall’alto, siate voi stessi profeti del cambiamento. Voi siete deboli , siete poveri, siete sfruttati ma voi avete forza! Nella misura nella quale vi organizzate, fate pressione, elaborate progetti, cominciate a costruire, dal basso, nuove forme di produzione, di cura di sementi, di cultura, di agricoltura familiare, di cultura organica. Cominciate a realizzare un esempio di mondo differente e possibile”.
E’ qui che si fonda la forza della Teologia della Liberazione perché è nei movimenti sociali di base come i movimenti dei senza terra, dei senza tetto, dei neri, delle donne ed altri oppressi che i riferimenti teorici di quanti hanno la fede cristiana formulano la Teologia della Liberazione che offre ispirazione, da forza e resistenza. Pertanto non è una Teologia accademica non è una teologia fatta da professionisti. E’ una teologia fatta dai leader che pensano ed elaborano una loro visione della realtà ed arrivano a controllare il processo. Questo è un fenomeno nuovo. Questa teologia non sta nelle facoltà di Teologia, sta nella base popolare, specialmente nelle comunità di base che in Brasile sono 100mila, sta nei circoli biblici che sono 1milione, sta nei movimenti sociali per la terra, per il tetto, per la casa, per i diritti umani. Questi gruppi articolati costituiscono la materia grazie alla quale la Teologia della Liberazione si realizza, avanza e si pensa. Questa è la novità che non esisteva negli anni 1960. A ragione Papa Francesco per 35 volte disse “dobbiamo cambiare” il modo di produrre, il modo di distribuire, e il modo di consumare. Se non cambiamo possiamo solo andare verso un futuro peggiore.
 

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