Quali valori

 

Gruppo Corallo
27-04-2022
 In questi giorni la domanda su quali siano i valori dell’Occidente diventa pressante, davanti al coro di stampa e televisione che, quasi all’unisono, mostrano in continuazione la guerra sostenendone l’inevitabilità. Intanto vite umane vengono spezzate, città distrutte, crimini perpetrati, eppure serpeggia un’enfasi che esalta il valore del guerriero irriducibile che resiste, fino alla morte, in nome di un nazionalismo che credevamo ormai “valore” di altri secoli, mentre viene oscurato il valore della diplomazia, della trattativa, della pace (persino quando a proporla è Papa Francesco).
Sembra allora sempre più urgente una riflessione su quali siano oggi i reali valori fondanti su cui si regge l’Occidente: argomento su cui il Gruppo Corallo si interroga da tempo, cercando di togliere ambiguità ai tanti significati del termine “valori” per prefigurare quale vivere vogliamo, quale società, quale democrazia, quale futuro; per delineare un orizzonte di valori quali la solidarietà, la cooperazione, la pace così tra gli individui come tra gli stati.
Pertanto pubblichiamo volentieri un contributo che ci viene offerto, auspicando che esso susciti osservazioni o commenti da parte dei nostri lettori.

 

Alla ricerca del VALORE perduto…

Cristina Rollando
15 aprile 2022
– Mamma cos’è un VALORE? – La domanda scoppiò nello spazio creando una bolla “blocca-tempo” tra Francesco, mamma Sara e papà Dario.
“Ne abbiamo parlato a scuola … ci hanno chiesto di pensare ad una situazione; in caso di incendio e dovessimo correre via dalla nostra casa, cosa porteremmo con noi?….io ho pensato: le scarpe nuove, quelle che abbiamo comprato sabato … il cellulare … e … va beh, non costa tanto e potrei ricomprarlo, ma ci sono affezionato; porterei anche  il Signore degli Anelli … però non ho capito cosa c’entrava con i VALORI. Una cosa che ha valore è una cosa costosa, no?
Mamma Sara cercò di uscire con fatica dalla sensazione di congelamento che aveva avvertito e come prima cosa pensò: “Meno male che ci ha messo dentro un libro … c’è ancora speranza!”

Mi è capitato di recente di chiedere ad una ragazza adolescente: “Cos’è per te un valore? Quali sono i tuoi valori?”. La sua risposta non mi ha spiazzata, perché vedo e sento quello che il mondo sta restituendo ad un’umanità che si è disumanizzata e ha sfruttato il suo ingegno per ideare mezzi e strumenti di disunità e disincarnazione. La sua risposta mi ha rattristata … “Ma quali valori?!! Ognuno pensa solo a sé stesso e a quello che lo fa stare bene … a me danno della moralista quando penso agli altri prima di fare una cosa”.
Poi sono andata a vedere l’etimologia di VALORE e ho trovato due aspetti su cui la mia attenzione e i miei tanti “nodi cognitivi” si sono attivati.

Valore proviene dal latino valorem a sua volta proveniente da valere: «essere forte, sano, capace; significare». L’insieme delle qualità intellettuali e morali di una persona.
Essere forte … significare … avere la consapevolezza di essere portatore di qualcosa, portatore di un significato …
Le parole rimbombano nella mente e si rincorrono formando legami e connessioni tra loro. Mi sembra di creare un mondo immaginario con questi termini che vedo così distanti dalla realtà, e in particolare dalla realtà in cui ci siamo trovati negli ultimi due anni. Ovunque colgo segnali di debolezza, di fragilità, di inconsistenza, di malumore, di disunità, e non solo tra le persone ma nelle persone! L’idea di valore è per me qualcosa che rende stabile, il valore è una radice ben piantata ad un suolo che può mutare a seconda dei cambiamenti climatici, ma che non può condizionare la consistenza della radice stessa. Le mie radici sono indissolubili e sono la mia forza, sono la sorgente di quel valore, perché in essi ne ho riconosciuto la bontà e ho permesso che fossero loro ad indirizzarmi nelle scelte della vita.
“Le persone scelgono in base ai loro bisogni, non in base a dei valori … ”…. e forse è questo il motivo per cui la fragilità ha spodestato la saldezza e la forza.
In un vuoto generale comunitario di spazi di condivisione di valori, ci si perde ad inseguire ciò che apparentemente dà forza, senza accorgerci che quell’elemento di apparente potenza e valore non è una radice!
Fino a pochissimo tempo fa pensavo che questo valesse per i ragazzi, che oggi si trovano a dover pianificare il futuro, privi di radici. Capisco perché le scelte dei percorsi universitari siano momenti drammatici per i più … perché manca la consapevolezza e la conoscenza delle bussole che orientano verso la direzione da intraprendere.

E qui mi collego con il secondo spunto: “I valori sono gli ideali che orientano le nostre scelte morali, che forniscono riferimenti generali per l’azione. Pensiamo per esempio a un valore tipico delle società tradizionali come l’onore, che è stato progressivamente sostituito da altri più legati a una dimensione non sociale bensì individuale, come la dignità e l’integrità della persona. Rispetto al passato, nelle società moderne tendono ad affermarsi nuclei di valori legati all’autorealizzazione, all’emancipazione personale …”. (Treccani -Enciclopedia dei ragazzi – Ed 2006)
Forse, aggiungo, oggi, dopo due anni di pandemia e una guerra incomprensibile in corso, ci rendiamo conto che neanche questo è più vero … che la nostra non è la società moderna: è la società post-moderna in cui nemmeno i valori di autorealizzazione valgono, ma lasciano il posto ai non-valori. Nella società e nell’era in cui “tutto è possibile” (a livello affettivo, sentimentale, identitario) l’ideale dell’inclusione e della lotta all’emarginazione delle minoranze ha perso contro l’ideale della sperimentazione di identità e possibilità multiple. Posso essere e fare ciò che voglio e quindi posso scegliere di essere ciò che più mi rappresenta. Ma la domanda di fondo, di fronte a cui i ragazzi in primis si stanno sgretolando, è: ma qual è questa rappresentazione? Quali sono le radici che mi sorreggono? Quali i valori che mi guidano, per cui posso anche compiere azioni sfidanti, provocatorie, trasgressive e contro le aspettative sociali, ma sempre avendo ben chiara la mia direzione?

In assenza di valori e di radici, ci perdiamo nelle infinite possibilità, irretiti e ipnotizzati da ciò che la società dei consumi ci offre, perdendo al contempo il senso dello stupore, della contemplazione e della bellezza. La cultura di oggi è la cultura della perdita dei confini, della determinazione, dell’identità salda, del carattere.
Uno dei più interessanti filosofi contemporanei, di cui raccomando la lettura, Byung-Chul Han, scrive in un saggio: “l’attuale cultura del consumo assoggetta la bellezza allo schema dell’attrattiva e dell’eccitazione. Morale, virtù e carattere hanno una speciale temporalità costituita da durata, fermezza e costanza. Carattere significa originariamente il segno marcato a fuoco, la marchiatura indelebile. L’immutabilità è la sua caratteristica. Ma fermezza e costanza non sono funzionali al consumo. Carattere e consumo sono antitetici: il consumatore ideale è senza carattere, rende possibile un consumo indiscriminato. Caratteri stabili non si fanno facilmente mettere in rete”.
Valori, carattere, stabilità, fermezza da una parte, come costitutivi di un mondo perso … vuoto, infinite possibilità, liquidità e mancanza di punti fermi dall’altra.
Se devo essere sincera, tutto questo vuoto mi preoccupa un po’. Mi preoccupa perché sento da parte degli adulti stanchezza, frustrazione e mi chiedo in che modo, partendo da qui, gli stessi adulti possano essere un faro per le nuove generazioni, che non solo non sanno elencare quali valori li rappresentano, ma non sanno nemmeno spiegare il significato della parola VALORE!

 

 

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