Kenya – Nutrire il futuro dei bambini

Il Kenya è uno dei paesi più sviluppati dell’Africa, ma è anche uno con forti diseguaglianze. Il 36% delle persone in Kenya, molti dei quali bambini, vivono in povertà sociale, alimentare e culturale. Per Wawira Njiru i bambini affamati non possono né imparare né crescere: fa partire un progetto che cambierà la vita a milioni di bambini del Paese.

Eraldo Rollando
21-02-2024
La giovane Wawira Njiru, studentessa universitaria di Nutrizione ad Adelaide (Australia), aveva 20 anni quando iniziò la sua felice “avventura”.
Rifletteva spesso sulla sua condizione di privilegiata  rispetto a ragazzi e bambini del suo distretto, nella cittadina

Le sfide per i bambini in Kenya (clicca  sul box  per ingrandire)

di Ruiru, alla periferia di Nairobi, in Kenya. Lei aveva potuto recarsi a studiare in un Paese lontano, con tutti i comfort che la sua condizione economica le consentiva, mentre la mancanza di cibo costringeva i suoi compagni a recarsi a scuola a stomaco vuoto senza poter contare su un pasto. Rifletteva su quella condizione di povertà delle famiglie che non avrebbe permesso una crescita sociale e culturale di intere generazioni, perché i bambini affamati non possono né imparare né crescere. Questo fu il pensiero che le fece muovere il primo passo.

Era il 2011 quando prese la decisione che avrebbe cambiato la sua vita e quella di milioni di bambini e ragazzi keniani.
L’idea fu di organizzare ad Adelaide una cena a tema keniota per la raccolta fondi, invitando 80 ospiti e addebitando loro il costo di 20 dollari per piatto. Fu un successo che permise a Wawira Njiru di allestire una cucina improvvisata nella scuola elementare di Ruiru, aperta inizialmente a 25 bambini. In seguito, il ricorso a diverse campagne di raccolta fondi attraverso Internet le permise di ampliare il programma a un numero maggiore di bambini: era nata l’organizzazione non profit Food for Education il cui slogan è significativamente semplice “feeding the future” (nutrire il futuro).

        Wawira-Njiru

Per Nijru, un pasto per un bambino della scuola primaria in Kenya costa 30 centesimi di dollaro USA. Alle famiglie viene chiesto un contributo di 15 centesimi, la quota rimanente la versa Food for Education. E l’impresa sociale, partita a seguito della prima raccolta fondi nel 2011, ha iniziato ad allungare il passo.
Dopo 13 anni, quei 25 bambini di Ruiru sono diventati 170.000. Le cucine sfornano quei pasti in alcuni distretti del Kenia, la maggior parte dei quali nella capitale Nairobi.
Con l’inizio dell’anno scolastico 2024, Food for Education ha annunciato l’espansione del suo programma di alimentazione scolastica in cinque contee: Nairobi, Kiambu, Muranga, Mombasa e Kisumu. Questa iniziativa mira a raggiungere 400.000 bambini al giorno, raddoppiando l’impegno dell’organizzazione: il doppio rispetto all’anno precedente.
A sostenere  questo sforzo sono oltre 30 “grandi” partner tra i quali il World Food Programme –WFP ( principale organizzazione umanitaria e Agenzia delle Nazioni Unite con sede a Roma), la Rockfeller Foundation e la contea di Nairobi, solo per citarne alcune.
“Siamo entusiasti dell’impatto positivo che questo approccio innovativo avrà sul benessere e sul percorso educativo dei bambini”, ha affermato Wawira Njiru.
Contemporaneamente, l’organizzazione sta creando un progetto di alimentazione scolastica per garantire la portata sostenibile del programma in tutta l’Africa. Un piano sicuramente ambizioso che non mancherà di centrare l’obiettivo se si considera lo slancio e la perseveranza di Njiru, il convinto sostegno dei partner e l’effetto di emulazione che questa iniziativa potrebbe avere su altri soggetti o istituzioni nello stesso Paese africano.

Lo conferma una corrispondenza da Nairobi del22 giugno 2023 di Maurice Oniango, il quale segnalava sul giornale The Guardian che, al lancio del programma, William Ruto, presidente del Kenya, ebbe a dichiarare: “Dobbiamo eliminare la vergogna della fame nel nostro Paese. Saremo determinati e concentrati nel garantire il successo dell’attuazione del programma di alimentazione scolastica. L’umiliazione più grande è che i nostri figli vadano a scuola e digiunino per mancanza di cibo”.

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